Secondo la ricerca, su 44.457 residenti (in 572 strutture, al 1° febbraio 2020) fino alla data di compilazione del questionario (tra il 26 marzo e il 6 aprile) i morti sono 3.859, l’8,4% (nel calcolo del tasso di mortalità sono stati compresi i nuovi ingressi dall’uno di marzo). La Lombardia, con 1.822 decessi calcolati da febbraio, è in assoluto la regione che ha registrato più morti nelle residenze, a grande distanza da tutte le altre regioni. Il Veneto è seconda per numero di morti (760). La Lombardia è anche la regione che in Italia presenta la maggiore concentrazione di case di cura per anziani (677), seguita sempre dal Veneto, che ne ha 521.
«Il tribunale di Milano al lavoro sul Pio Albergo Trivulzio e su un’altra decina di Rsa. Anche la Regione apre un’inchiesta». 1.882 le persone morte nelle Rsa lombarde dall’inizio dell’emergenza. È il dato comunicato da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nella scoperta di una vergogna che s’allarga giorno dopo giorno, scrive Luca Bonzanni su Avvenire. «In alcune zone la mortalità è cresciuta durante settimane di picco dell’infezione mentre era presente comunque una mortalità legata ai picchi influenzali tra gennaio e febbraio e anche questa ha avuto una sua importanza in termini di mortalità». Spiegano all’Istituto di sanità
Su 44.457 residenti (in 572 strutture, al 1° febbraio 2020) fino alla data di compilazione del questionario del ministero della sanità (tra il 26 marzo e il 6 aprile) i morti sono 3.859, l’8,4%. La Lombardia, con 1.822 decessi calcolati da febbraio, è in assoluto la regione che ha registrato più morti nelle residenze, a grande distanza da tutte le altre regioni. Il Veneto è seconda per numero di morti (760). La Lombardia è anche la regione che in Italia presenta la maggiore concentrazione di case di cura per anziani (677), seguita sempre dal Veneto, che ne ha 521. Dati da paura e indagine. A Milano il pool è al lavoro con un fascicolo sul Pio Albergo Trivulzio e un altro fascicolo su una decina di altre Rsa.
Confcooperative e Legacoop Lombardia al governatore Fontana: «Abbiamo più e più volte esposto la nostra preoccupazione per la carenza e le criticità nel comparto sociosanitario rispetto alle strutture ospedaliere. Le polemiche e le inchieste di questi giorni sulle Rsa ci danno tristemente ragione». Ma non c’è solo Milano a piangere le vite spezzate dei tanti nonni che vivevano nelle case di riposo. Drammatica è la situazione di Bergamo: nel solo mese di marzo sarebbero morte oltre 1.100 persone, il 21% del totale degli ospiti, e con l’inizio di marzo la percentuale sarebbe arrivata quasi al 25%. La situazione più tragica è alla Rsa di Nembro, il centro maggiormente colpito della val Seriana: lì, a marzo sono morte 32 persone, cioè il 36,8% degli ospiti.
In Lombardia, il 51.3% di coloro che erano positivi al Covid-19 e che presentavano sintomi, è morto. Nel Pio Albergo Trivulzio, la più grande residenza sanitaria assistenziale d’Italia, secondo un’inchiesta di Repubblica dove si è registato un numero di morti anomale, i contagi non sarebbero stati comunicati. «Ma fino a una settimana fa lo sguardo di Regione Lombardia è andato solo in direzione degli ospedali, dopo quasi un mese e mezzo che il contagio era avviato», dice a Linkiesta Valeria Negrini, presidente di Confcooperative. «Le consegne di mascherine e dispositivi di protezione stanno migliorando, ma non in maniera sufficiente. I tamponi sono ancora limitati, ci si è concentrati sui casi sintomatici e non c’è stato tracciamento dei potenziali positivi».