
Usa primi per Covid-19 più di Cina e Italia. New York ospedali ‘apocalittici’. Trottola Trump
«Forse solo il senso di invincibilità che nutrono gli Stati Uniti poteva rendere ciechi, -commenta La Stampa- ma il coronavirus sbarcato negli Usa ora minaccia le megalopoli». Il tasso di crescita di diffusione del contagio a New York adesso fa paura. E il New York Times ha lanciato l’allarme: «Non vi è alcuna garanzia che le tendenze attuali continueranno. Quello che è successo finora non può essere usato per prevedere quel che accadrà dopo. E’ possibile che il distanziamento sociale rallenti o arresti presto la crescita dei casi, ma quel che è certo è che l’area metropolitana di New York ha avuto meno successo nell’appiattire la curva, a questo punto dell’epidemia, rispetto a Wuhan o alla regione Lombardia. E alcune aree metropolitane americane sembrano seguire un percorso simile».
Quello che preoccupa non è solo il numero totale dei contagi. I timori arrivano invece dal tasso di crescita che per la Grande Mela è di poco superiore al 30%. Ma avere un alto tasso di crescita e contemporamente un numero elevato di contagiati, significa andare incontro a un problema molto serio.
Attualmente New York dichiara 517 morti per coronavirus. Il contagio è particolarmente diffuso nel Queens (un terzo dei contagi) e a Brooklyn (27%), seguono il Bronx (18%), Manhattan (17%) e Staten Island (6%). La distribuzione per età sembra molto diversa dalla nostra. La fascia più colpita è quella che va dai 18 ai 44 anni (43%), ma poi cala al 34% (45-64 anni), 12% (65-74 anni) e 9% (over 75).