svolta BCE e Federal Reserve Usa
Soldi oggi per un ‘dopo virus’, svolta BCE e Federal Reserve Usa

Di fronte al conclamato pericolo, all’improvviso il mondo occidentale cambia registro: Trump, Johnson, Macron, Merkel, Sanchez corrono ai ripari. Il corona virus adesso fa paura per davvero e tutti adottano di gran corsa il “modello Italia”! Anche in campo economico e finanziario è frenesia totale.

Altro che spread cara Lagarde

Non siamo qui per chiudere gli spread”, aveva detto Christine Lagarde, presidente della BCE. Subito smentita praticamente da tutti, ma principalmente dai fatti, non appena anche gli spread dei principali Paesi europei hanno cominciato a soffrire. Ecco, quindi, un nuovo “quantitative easing”, acquisto di titoli sul mercato. Questa volta di dimensioni massicce: 750 miliardi di euro per fronteggiare la forte caduta di valore praticamente di tutti i principali titoli di Stato europei. Finchè la cosa riguardava solo l’Italia, si poteva fare finta di niente. Adesso non è più possibile. Ed era ora. Anzi, a questo punto l’Europa è in colpevole ritardo. Come accade per le misure di contenimento del virus nei vari Paesi.

«Whatever it takes», faremo il necessario

Dopo una lunga “conference call” notturna, la BCE è andata finalmente al contrattacco. “Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie”, ha detto la Lagarde. Aggiungendo una frase figlia dell’emergenza, che significativamente va a sostituire e, allo stesso tempo confermare, il “whatever it takes”, “faremo quanto necessario” di Mario Draghi che a suo tempo aveva salvato l’Italia dal tracollo. “Non ci sono limiti -ha infatti aggiunto la presidente della BCE- al nostro  impegno  per l’euro”. Insomma, gli interventi straordinari si fanno per il bene comune, non per quello di un solo Paese, come l’Italia. Della quale magari, fino a ieri si auspicava il tracollo per impadronirsi a poco prezzo delle residue aziende di valore che esistono nel Paese. Finora aveva fatto man bassa principalmente la Francia. Ora forse era la Germania che stava affilando i coltelli. Adesso sono tutti con le braghe in mano per affrontare il pericolo. Altro che assalti finanziari agli altri Paesi!

BCE e Federal Reserve Usa

Pertanto, dopo una giornata sull’ottovolante che aveva visto lo spread italiano schizzare oltre quota 320, il Board della BCE a Francoforte ha approvato il “Pandemic Emergency Purchase Programme”, in sigla PEPP. Ciò significa che la Bce comprerà titoli pubblici e privati  finché – come si legge nel comunicato emesso- “ non giudicherà che la crisi del covid-19 è finita, ma in ogni caso non terminerà prima di fine anno”. Sulla falsariga della Federal Reserve USA che per la verità ieri non è che abbia convinto molto i mercati.

Corso il rischio ‘default’

L’azione per alcuni versi inattesa è stata avviata, nonostante che l’Eurotower -tramite la Banca d’Italia- stesse comprando da giorni Btp a pieno ritmo senza ottenere significativi risultati. Segno che per gli investitori si stava materializzando il rischio per l’Italia di un default, o ristrutturazione del debito con perdite per tutti. Un’Italia che va verso un calo del Pil 2020 tra il 6 ed il 10 per cento ed un debito pubblico che a questo punto potrebbe anche schizzare verso il 150 o il 160 per cento del Pil.

‘L’Europa batte un colpo’

A smuovere le acque, e chiedere la riunione d’emergenza, è stato però il governo francese con il ministro delle Finanze Bruno Le Maire, che aveva chiesto un intervento “veloce e massiccio” ed il governatore della banca di Francia, Froncois Villeroy, che aveva sollecitato una azione “assolutamente determinata”.

Le reazioni in Italia sono state immediate. Fabio Panetta, membro del board della Bce ha sottolineato l’importanza della decisione. Il premier Giuseppe Conte, su twitter: “l’Europa batte un colpo! Forte, sonoro, adeguato alla gravità dell’emergenza sanitaria che stiamo affrontando e dello shock economico che ne consegue. Bene la Bce”.

Oltre l’emergenza, Eurobond

Nonostante le cifre messe in campo, si tratta ancora una volta di un intervento di emergenza, certamente non strutturale. Questo obiettivo si potrà conseguire se e quando, l’Europa si decide per una emissione massiccia di eurobond in grado di garantire la stabilità dei debiti pubblici europei, mettendoli al sicuro da ogni scorribanda speculativa. Una emissione, per cominciare, di almeno mille miliardi di euro.

AVEVAMO DETTO

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