Johnson spettinato in zucca: Gran Bretagna, ‘coronavirus per tutti’

«Contrariamente agli Europei, noi non faremo nulla di drastico. Normali misure igieniche, cure mediche a chi si ammalerà, nel limite del possibile. Il virus si diffonda pure, contribuirà a renderci immuni anche se questo comporterà un numero di ‘caduti’ rilevante»

Rapporto shock della Sanità britannica: «L’80% della popolazione sarà contagiato e ci saranno almeno 318 mila vittime». 

Johnson spettinato in zucca

L’Italia colpita per prima, dopo una falsa partenza, si è adeguata ed ha scelto il rigore. Anche i Paesi europei che avevano trattato il problema con scetticismo si stanno ora adeguando, ed hanno cambiato musica nel valutare le misure adottate dal governo italiano, prima ritenute esagerate. Oggi anche per loro sono adeguate e le imitano. Solo la Gran Bretagna, uscita dall’Unione il 31 gennaio, ha assunto una posizione assolutamente sconvolgente, ‘nessuna misura contenitiva’.
Il premier conservatore britannico Boris Johnson ha detto: «Contrariamente agli Europei, noi non faremo nulla di drastico. Normali misure igieniche, cure mediche a chi si ammalerà, nel limite del possibile, ordinaria amministrazione sia in campo sanitario che nella gestione della cosa pubblica. Il virus si diffonda pure, contribuirà a renderci immuni anche se questo comporterà un numero di “caduti” rilevante”».

Britain’s Prime Minister Boris Johnson visits a laboratory at the Public Health England National Infection Service

Herd immunity, immunità di gregge

La teoria di Boris si presta a varie interpretazioni. I suoi esperti dicono che «bloccare il virus è impossibile per cui tanto vale ignorarlo e spalmarne naturalmente la diffusione nel tempo». Alcuni amici esperti del settore dicono però che la «herd immunity, immunità di branco o di mandria», si consegue a seguito di vaccinazione di una consistente parte della popolazione e solo dopo alcune generazioni e moltissime morti prima. Non ci si autoimmunizza stando esposti alla diffusione del virus. Con le epidemie di peste non sembra aver funzionato in passato.
Ed allora, sempre secondo gli amici esperti, in mancanza di vaccino parlare di ‘immunità di gregge’ appare demenziale. Non si sa nemmeno se l’infezione da Covid-19 determinerà poi un’immunità permanente nella popolazione. Con la peste non è successo. Ammesso e non concesso che questo possa essere vero, solo se la maggioranza della popolazione si ammalasse si potrebbe ottenere una successiva minore occasione di contagio tra i soggetti non coinvolti. Ma nel caso del Covid-19 non è così. Quindi la scelta inglese appare come pura follia.

Ironia regale

«Molte famiglie perderanno i loro cari» ha detto il Premier. «Mi dispiace per lei e per i suoi familiari» sembra avergli risposto la Regina Elisabetta lasciando Buckingham Palace per le più salubri tenute di campagna.
Quello di Boris è sembrato un discorso da The day after, ‘sopravviveremo e saremo più forti degli altri’, ma non certo da statista moderno del ventunesimo secolo.
Ma quale può essere l’obiettivo di Johnson per UK? E basato su quale ragionamento?
Deve aver pensato: «Abbiamo voluto la Brexit, forse non proprio e non tutti, ma orgogliosamente ce la teniamo. La Brexit ha un costo di svariati miliardi di sterline che dovremo pagare. Fermare l’economia ora significherebbe affrontare altri costi che per la salvaguardia del futuro del Paese non ci possiamo permettere. Gli altri Paesi stanno compromettendo le loro economie per tutelare la sopravvivenza dei singoli. Quando tutto sarà finito noi saremo economicamente più forti di loro. Ergo, il coronavirus non può essere un problema, e poi lo aveva detto anche Trump!»

Controdeduzione

Si è vero, Regno Unito o Gran Bretagna o Inghilterra e dintorni, sopravviveranno alla Brexit e probabilmente avranno un futuro come Paese indipendente, ma solo da piccola potenza in parte anche autarchica. Perché senza un impero alle spalle non ci sono per loro presupposti da grande potenza.
Ma forse è quello che vogliono. Forse fuori dall’UE è loro congeniale il ruolo di “ruota di scorta” degli USA e di “gancio” americano nel controllo dell’Europa. Chissà!
Una cosa però appare innegabile: hanno perso la partita. Anche dal punto di vista morale. Sotto il profilo politico se UK avesse voluto, nell’UE avrebbe avuto riconosciuto dai partner un ruolo importante e primario nell’economia e nella finanza, nella politica estera, nella Difesa e in altri campi delle relazioni internazionali. Ma non ha voluto. Anche quando ne faceva parte, ha spesso osteggiato le iniziative dell’Unione, quasi che dovesse fin da allora obbedire a qualche ordine da oltre Atlantico…«a pensar male, a volte ci si azzecca».
L’Unione europea non è cresciuta come molti si aspettavano, rimasta al palo, con mille problemi ma anche qualche buon risultato, per colpe proprie ma anche per colpa di UK. Ora, come ha annunciato la nuova Commissione Ue al suo insediamento, si dovranno stabilire nuove regole valide per tutti perché per tutti mediamente utili. E’ la sfida della nuova Ue.

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