Coronavirus, la tv contagiata

Covid-19, virus da incontinenza tv, spalmato su tutto il palinsesto, dalle previsioni del tempo allo sport, tutti a ripetere le stesse cose, tutti a spiegare spesso non sapendo, tutti a tranquillizzare creando angoscia, alla fine, tutti a ripetersi senza dare sollievo in una prova difficile per tutti.

Prigionieri del virus anche in casa

“Marion soluzioni per dormire”. Dura la vita del telespettatore ai tempi della reclusione forzata per coronavirus. Il telecomando bolle e vaga per il digitale terrestre da meno a più infinito. Ma per quanto giri, nove volte su dieci inciampi sulla pubblicità dei materassi con Stefania Orlando. Manco fosse un messaggio subliminale, o forse si, un invito a spegnere la tv per dedicarsi ad altro. Ma, finestre pulite, cucina riordinata, riviste sfogliate, rieccoti con il telecomando in mano. Inquieto e annoiato come un leone in gabbia. Al decimo giorno di epidemia, ancora non hai pienamente sviluppato gli anticorpi alle banalità della tv. Banalità che nuocciono gravemente alla salute. Ormai, in Rai va in onda a tutte le ore, un gigantesco blob sul Covid-19.

L’emergenza spalmata ovunque

I primi a spargere il virus sono stati i contenitori della mattina e del pomeriggio. Che hanno poi  contagiato i tg. Proprio quei tg che si pensava essere immuni da sensazionalismo ed emozione che nulla hanno a che fare con l’informazione: il primo dovere del servizio pubblico. Come il Tg1 in prima serata con la sua infermiera lacrimante o il Tg2 di mezza giornata che, manco fosse David Linch, confeziona una clip su una Roma deserta con i Pink Floyd in sottofondo. Servizi che sarebbero già fuori luogo in programmi contenitore, figuriamoci in un tg. Giorni di follia collettiva mi si dirà. Vero ma peccato che in Rai non ci sia uomo solo al comando capace di tenere ben salda la barra del timone. Bruno Vespa che sbandiera l’esito negativo del suo tampone insieme agli ascolti di Porta a Porta.

Stessi contenuti in orari diversi

La Vita in diretta che dopo una stagione a dir poco opaca, gonfia il petto per i mirabolanti ascolti. Perdonate la domanda: bravi loro o la gente in piena psicosi da coronavirus? Uno mattina, Storie Italiane, Vita in diretta. Le stesse domande e gli stessi contenuti, in orari diversi. Con il virologo al posto dell’opinionista. Fino ad arrivare all’oroscopo del Coronavirus con Simona Ventura (è successo, è successo). Manca solo che ci si chieda se e quanti peli al culo ha il Coronavirus e il cerchio è chiuso. Dimenticavo:  l’ordine arrivato dal settimo piano è quello di tranquillizzare… . Chi può emigra su Sky o le piattaforme di Amazon o Netflix dove vince l’evasione pura.

Informare ma anche intrattenere

Quell’evasione che la Rai con il suo immenso archivio, potrebbe e dovrebbe recuperare al volo, senza indugi, ribaltando il palinsesto. Per intrattenere, tranquillizzare e, al tempo stesso, dare un senso alla sua stessa esistenza. Perché una Rai così, non solo è inutile ma fa anche danni alla società.

Tags: Covid Rai
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