
Non dobbiamo farci sommergere dal mare di sciocchezze, mediocrità e negatività che cresce, occorre fare tutto quello che possiamo per frenare l’epidemia, occorre essere forti e non arrendersi alla cattiveria, all’indifferenza, ai comportamenti cretini e irresponsabili, alla richiesta di autorecluderci davanti alla tv col telefonino in una mano e l’amuchina nell’altra. Non dobbiamo arrenderci e lasciarci uccidere dal veleno del razzismo, dell’arroganza e della stupidità.
Sovversivi, perché nell’indolenza mentale e nella testarda ottusità di chi pensa di sapere sempre tutto, soprattutto quando non sa niente, si cela il virus più pericoloso e meno debellabile. Per salvarci occorre rovesciare il modo di pensare alla comunità. Intanto evitando atteggiamenti di cinismo ed egoismo, di non rispetto verso le fasce più deboli, verso gli anziani, e pensare al valore enorme dell’etica della responsabilità.
Ognuno di noi può cambiare il mondo. Ognuno è interconnesso a tanti altri. Il modo in cui il virus si propaga lo dimostra e dimostra anche quanto siano basse le difese sociali, il senso civico, il rispetto verso l’altro diverso da noi (ma interconnesso, volenti o nolenti). Quindi, amici e amiche: a un metro, senza baci, senza abbracci ma teniamoci in contatto.
Non abbandoniamo le cose belle che fanno bene al cuore. Si possono evitare i luoghi affollati scegliendo quelli solitari, ritrovando un equilibrio con se stessi, non rinunciando alla bellezza. O solo meno affollati, ma pieni di una ricchezza impagabile che si cela nella diversità, nella curiosità e nello scambio di idee, pensieri, progetti. Dipende da noi la nostra vita: camminiamo nei posti dove l’aria è buona, fermiamoci a leggere un bel libro su una panchina, abbondiamo in gentilezza, frequentiamo luoghi speciali, tipo le librerie, brindiamo con gli amici… diamo motivi al cuore per mantenersi coraggioso. Passerà…
E quando sarà passata resteranno i nostri comportamenti, le nostre scelte. Se ce ne siamo fregati ci vergogneremo, se ci siamo arresi lo saremo per sempre, se abbiamo rinunciato a vivere, ne pagheremo le conseguenze, se non sapremo approfittare di questa crisi per riformulare le priorità dell’esistenza, avremo buttato un’occasione storica.
Parliamo prima della resistenza necessaria, di ciò che occorre per non franare. Poi mettiamo in campo idee di rivolta. Non è questa la società che vogliamo. Che sia chiaro. Non vogliamo più mediocri figuri a fare i loro show mediatici, né narratori a gettone di imprese fasulle e idee malsane che ci hanno reso quello che siamo, assuefatti e impotenti di fronte alla montagna di nefandezze e ingiustizie che costellano la nostra esistenza. Riprendiamoci la vita, gli spazi della vita e della democrazia. Gli spazi di libertà, il bene comune e la giustizia sociale. Riprendiamoci il tempo e la capacità di capire che non l’ignoranza arrogante ma la conoscenza umile è arma culturale potente contro la stupidità e quindi contro la schiavitù (più o meno volontaria).
Oggi si resiste. Domani ci si batte per cambiare.