Servizi segreti, le minacce: ancora terrorismo, cresce propaganda neonazi

Relazione al Parlamento del coordinamento Servizi segreti di casa. Attenzione sui foreign fighters, i miliziani del Califfi di ritorno, sulle carceri scuole di integralismo e sulla nuova «fascinazione a violenza di estrema destra».

Servizi segreti italiani chi?

Due i Servizi segreti italiani, Agenzia Sicurezza Esterna e Sicurezza Interna, Aise, Aisi, spionaggio e controspionaggio a dirla rozzamente, ma le competenze sono molto più complesse. Strutture totalmente autonome che riferiscono direttamente al Presidente del Consiglio, ma ‘coordinati’ (mai definito bene come e su cosa) dal Dis, Dipartimento informazione per la sicurezza che non fa spionaggio ma, appunto, ‘coordina’.

Terrorismo ancora la prima minaccia

La minaccia eversiva del terrorismo jihadista rimane elevata anche dopo la morte di al-Baghdadi, spiega il generale Vecchione, della Guardia di Finanza, messo a capo del Dis, Dipartimento informazione per la sicurezza, dal precedente governo Conte.  Nessuno in realtà s’era mai illuso e bastava guardarsi attorno. Come basta un po’ di cronaca anche italiana a scoprire «insidiosi rigurgiti neonazisti, favoriti da una strisciante ma pervasiva propaganda virtuale, alla quale i più esposti sono i giovani».

Non tutto ma di tutto

Daesh (l’ex Isis), «con la ridefinizione degli assetti organizzativi e di comando» (primato al Qaeda), «più nei territori di origine e si sta sviluppando in contesti africani ed asiatici». Per i ‘neonazi’ modello tedesco, «c’è il rischio che anche ristretti circuiti militanti o singoli simpatizzanti italiani possano subire la fascinazione dell’opzione violenta». Scoperto e perseguito nelle forze armate tedesche, ad esempio. Il generale Vecchione voleva forse segnalare qualcosa senza doverlo dire?

Nel mirino economia, 5G e alleanze

Minacce più numerose e diverse. Rischi che riguardano il sistema economico, il 5G e il sistema delle alleanze tra Paesi. Arma improprio ma la cibernetica «strumento privilegiato per manovre ostili per indebolire la tenuta dei sistemi democratici occidentali». Visto che l’Occidente è noto, i nemici potenziali stanno in Oriente e sceglieteveli voi. Per il nostro Paese, due i problemi comuni ad altri Paesi europei sottolineati: i foreign fighters di ritorno e, «più in generale, al possibile transito nel nostro Paese di stranieri a vario titolo connessi ad attori terroristici».

Problema proselitismo

L’impatto del radicalismo sul sistema carcerario. «Aggressioni, disordini e manifestazioni di giubilo in occasione di attentati compiuti in Europa hanno fatto emergere la pericolosità di alcuni stranieri, detenuti per reati comuni e radicalizzatisi dietro le sbarre, per i quali è stato conseguentemente adottato provvedimento di espulsione». Finale ovvio: contrasto al terrorismo ‘in tutte le direzioni’ con un «apporto permanente delle forze di polizia, con uno scambio di competenze assiduo», ma questo lo ha detto il presidente del Consiglio.

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