Israele voto tris e rischio che nulla cambi in un Paese tanto cambiato che fatica a riconoscersi

Terzo voto in un anno, con tre incognite: 1, Israele ‘Stato della nazione ebraica’ ma di identità culturale e politica ancora incerta; 2, la destra nazionalista anti palestinese data per vincente, salvo l’ostinato Netanyahu che la priva ormai da tre volte di ogni possibile maggioranza per salvarsi da processo e galera; 3, assenteismo da impotenza politica con l’aggravante del Coronavirus.  

Israele Stato ebraico come?

Terzo rinnovo della Knesset in 12 mesi, e non è detto che questo del  2020 sia il voto buono per formare un governo. Partita politicamente classica in quelle terre contese, destra ultra nazionalista prendi tutto (ai palestinesi), contro sinistra a sua volta nazionalista ma con un po’ più di buon giusto e di tolleranza verso i non ebrei. Nomi di attualità, ‘Bibi contro Benny’, tra il destro premier uscente Netanyahu e il leader dell’opposizione centrista Gantz, che è stato comunque capo delle forze armate israeliane nell’ultima vera guerra su Gaza.

Se il tris non basta

«Anche queste votazioni rischiano di rivelarsi inconcludenti –avverte Michele Giorgio, Nena News-. Stando agli ultimi sondaggi, Netanyahu e il suo partito, il Likud, sono riusciti a colmare il distacco dalla lista Blu-Bianco di Gantz e secondo alcune rilevazioni sono alla pari (33 seggi a testa) o in vantaggio sugli avversari. Più significativo è che il blocco delle destre è in vantaggio sul centrosinistra, 57-58 seggi contro 56». Governo fatto? Proprio per niente. «Nessuno dei due schieramenti tuttavia ha i numeri (almeno 61 seggi) per formare una maggioranza».

Ancora Netanyahu?

Se i sondaggi saranno confermati dai voti reali, Netanyahu riceverà l’incarico per mettere insieme una coalizione. «E farà di tutto per convincere il suo rivale di destra Avigdor Lieberman a far parte di una nuova maggioranza».  Il laico Lieberman non accetta che i partiti dei religiosi entrino nel governo, «ma in politica, tutto è possibile». «Gantz, e il ‘voto utile’ tra gli elettori di sinistra per mandare a casa Netanyahu, proponendo però solo ricette di destra. E ha categoricamente escluso di voler coinvolgere la Lista araba unita che sarebbe fondamentale per una coalizione con i suoi 14-15 seggi previsti dai sondaggi».

Trump-Netanyahu ‘patto del secolo’

Netanyahu contro cui si può dire il peggio, ma di indubbia abilità politica. Nel pieno della campagna elettorale ha convinto Trump a presentare il suo presunto ‘Accordo del Secolo’, «che ha ricompattato la destra all’idea di una annessione rapida e unilaterale a Israele di ampie porzioni di Cisgiordania con gli insediamenti coloniali e la Valle del Giordano». Pax americana a doppio uso elettorale e pugno di ferro israeliano con Iran, Hamas e Hezbollah. E Netanyahu sospetto corrotto, conta poco rispetto a certo obiettivi, lui «vittima di congiure della sinistra e dei magistrati che interpreta da quando è indagato».

Un futuro diverso per ebrei e arabi

Novità impensabile sino a ieri, «La Lista araba unita, attaccata dalla destra e allontanata dal centrista Gantz, diventa punto di riferimento anche per gli ebrei che si oppongono al piano Trump e credono in un Israele diverso», sempre da Michele Giorgio sul Manifesto. Jafar Farah, il direttore di Mossawa, ong palestinese per l’uguaglianza tra arabi e ebrei. «Sono sicuro che nei centri arabi avremo una percentuale di votanti superiore alle attese». Lista araba unita, che già vanta 13 seggi alla Knesset, terza forza politica di Israele, dietro il Likud del premier e la lista centrista dell’ex capo di stato maggiore Benny Gantz.

Israele Stato solo della nazione ebraica?

Dopo la ferita per l’approvazione della legge costituzionale che ha proclamato Israele ‘Stato della nazione ebraica’, qualcosa è cambiato. «Domani ai seggi i palestinesi di Israele si faranno portatori di proposte nuove, valide per tutti i cittadini». Accade in quasi assenza di sinistra israeliana e con Gantz che per prendere voti ha applaudito  ‘la rapina’  (lettura araba) proposta da Trump.  Ed ecco la novità assoluta secondo Fatah: «La Lista araba oggi rappresenta in Israele l’unica barriera progressista alla destra e si rivolge ad ebrei e arabi in nome di un futuro diverso e migliore per tutti, inclusi i palestinesi sotto occupazione».

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