L’economia comportamentale da virus e la crisi reale che verrà

Economia, crisi e ‘borsa nera’

L’economia ai tempi del coronavirus: “l’impatto economico potrebbe rivelarsi fortissimo”, ha detto il presidente del Consiglio. Se ci guardiamo intorno, la crisi è sotto gli occhi di tutti. Turismo in tilt, manifestazioni e locali pubblici vietati, produzione industriale a rilento, assalto ai supermercati, accaparramenti, anche episodi di borsa nera. L’unico risultato potrebbe solo essere un aumento dei prezzi. Come ai tempi del colera, della guerra. Psicosi, certo, in gran parte.

Economia comportamentale

Siamo nel campo dell’economia comportamentale, come potrebbero dirci i Nobel Robert Thaler, Herbert Simon, o Maurice Allais. In realtà, dipende tutto da come si evolverà il fenomeno. Diciamo subito che l’impatto investe, in linea di massima tre settori: l’economia reale, quella finanziaria, il bilancio pubblico.

Economia reale

Per il primo, i fattori che legano la manifattura italiana a quella cinese sono molteplici: molti componenti che vengono assemblati da aziende italiane vengono prodotti in Cina; diverse aziende italiane hanno decentrato la produzione in Cina. Adesso, il rallentamento produttivo nell’area italiana colpita (tra le più attive del Paese) ha assestato un ulteriore colpo. Le merci cinesi che alimentano un florido mercato in Italia quasi non arrivano più e ben pochi le comprano. Ciò significa che anche il trasporto navale e marittimo è fermo.

Terziario e servizi

Entriamo così, nel campo del terziario e dei servizi, dove il turismo (cinque milioni di notti di presenze di cittadini cinesi in Italia nel 2019) è praticamente fermo. Con tutto il contorno di alberghi, ristoranti, luoghi di svago e divertimento che funzionano a scartamento ridotto. Per dire: nessuno vuole più le arance siciliane che, con tanti squilli di tromba, il “governo del cambiamento” aveva cercato di avviare verso la Cina. In sintesi, e giusto per dare qualche dato.

Minaccia recessione

Già nell’ultimo trimestre del 2019, il prodotto interno lordo italiano aveva denunciato un calo dello 0,3%. E’ presto per capire come si evolverà in questo primo trimestre del 2020. Qualche orientamento si avrà alla fine di marzo ed includerà i primi esiti del coronavirus sulla nostra economia. Pensate che il governo aveva fatto una previsione di crescita dello 0,6% per tutto il 2020. Con questi chiari di luna, solo un miracolo ci eviterà, invece, di cadere in recessione.

Buco bilancio pubblico

Tutto questo potrebbe avere effetti devastanti sul bilancio pubblico. “Prematuro” fare anticipazioni, ha detto il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. E’ ovvio, ma qualche considerazione la possiamo fare. Se il disavanzo, grazie anche a questa emergenza, dovesse attestarsi intorno al 2,4%, bisognerà correggere i conti in corso d’opera. Insomma, trovare altri miliardi per tappare i buchi. E questo potrebbe significare altre tasse per tutti noi. La speranza è che l’epidemia si fermi ed il governo adotti nuovi strumenti per rimettere in corsa l’economia.

Aiuti alle imprese

Qualche segnale sembra venire dai preannunciati aiuti alle imprese colpite (il ministro Di Maio annuncia che “sono pronti 300 milioni per far partire il made in Italy”) e dalla implementazione delle tecnologie per favorire il lavoro a distanza. Molto altro potrebbe fare per semplificare la vita a imprese e lavoratori. Il commissario UE  per gli affari economici, Paolo Gentiloni, ha promesso che “si metteranno molti quattrini nel sistema economico per far ripartire l’economia”. Vedremo. Per adesso, l’Unione sta dimostrando la solita inconsistenza e frammentazione anche su questa grave emergenza.

Economia finanziaria

Il terso punto cui avevamo accennato in apertura è l’impatto del coronavirus sull’economia finanziaria. Lunedì scorso la borsa italiana ha perso più del 5%. In un giorno si è mangiata tutti i recuperi del 2020. In Europa, la perdita di capitalizzazione delle aziende quotate è stata superiore ai 350 miliardi di euro. Una debacle, a prima vista. Come al solito, in questo ambiente c’è chi guadagna e chi perde. E come di consueto, l’emotività prevale. Per cui, su questa base, sarebbe meglio evitare di comprare oro, bene rifugio per eccellenza, ai prezzi stellari raggiunti, di quasi 1.700 dollari l’oncia.

Mercati e Moody’s

C’è già chi studia l’impatto del coronavirus sui mercati. E fa bene, se non guarda al contingente, ma allunga lo sguardo al medio periodo. L’agenzia di rating Moody’s teme una recessione globale. Al momento, queste convulse cadute, magari seguite da repentine risalite, sono comunque da iscrivere a movimenti di marca speculativa che hanno ben poco significato per gli investitori.

Le considerazioni che abbiamo fatto finora dipendono in gran parte dalla evoluzione del fenomeno, da quanto tempo farà sentire i suoi effetti e dalla sua sconfitta. Che fare nel frattempo?

Torniamo tutti a fare il nostro

Prendere in seria considerazione il consiglio della virologa Ilaria Capua, a suo tempo vittima illustre di sbilenca giustizia italica, scorretta informazione e fake news cattive sui social. Tanto da essere costretta ad emigrare negli USA, dove è stata accolta a braccia aperte. Per quanto possibile -ha detto- tutto deve continuare a funzionare bene come prima: dalla produzione, ai servizi, all’ordine sociale. Altrimenti gli effetti saranno devastanti. Altro che sistema ferroviario in tilt, come accaduto nella giornata di martedì, quando tutto il Paese sembrava impazzito!

Tags: economia
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