Israele elettorale nascosto dopo la «sparata Trump»: Eric Salerno

Lo strano silenzio attorno

Con le elezioni israeliane in vista tra un mese, la questione della possibile annessione degli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati sembra accantonato anche se il premier e altri politici avrebbero voluto subito andare avanti con una parte dell’«accordo del secolo» proposto dal presidente americano Trump. La realtà è tutta incertezza. La verità è che buon parte del piano è stata bocciata dai palestinesi che si rendono conto che si troverebbero in una situazione di apartheid tecnologicamente più avanzata rispetto a quello di vecchio memoria sudafricana.

Tutta Incertezza

Trump sostiene che i palestinesi avranno più terra di prima. Lui e i suoi collaboratori citano alcuni pezzi di deserto lungo il confine con l’Egitto ma non collegata a Gaza che verrebbero affidati all’entità palestinese che nessuno arriva a definire uno stato vero. Ma c’è di più. I dettagli sono contenuti nelle 50 e passa pagine elaborate tra Washington e Tel Aviv senza consultare l’Autorità nazionale palestinese.

Palestina a elastico

La “Palestina” potrebbe crescere ancora se si trasferisse allo “stato” nuovo una parte di Israele, chiamato “triangolo”, dove in dieci centri abitati vivono 260mila palestinesi. L’idea non è nuova. Il concetto di base chiaro: Israele aumenta il proprio territorio con gli insediamenti e si libera di una parte della popolazione palestinese affidando il triangolo – case, strade, scuole, popolazione – alla Palestina. Cosa ci sarebbe di male?

Il triangolo

L’idea originaria è di un noto e stimato demografo di origine italiana ma negli ultimi anni è una delle proposte di Avigdor Lieberman, uno dei politici israeliani più di destra. La risposta della popolazione delle cittadine di Kafr Qara, Arara, Baha al Gharbiyye, Umm al Fahem, Qalanswa, Taibe, Kafr Qasim, Tira, Kafr Bara e Jaljulia è stata subito un secco no.

Rabbia e reazione non solo palestinese

E’ vero che non ci cacciano, dicono, ma ci spostano dalla nazione in cui siamo cresciuti e che abbiamo contribuito a costruire in un altro quasi stato.
Cosa succederà? Per i collaboratori di Trump un no esiste solo in teoria. Ma i quasi trecentomila abitanti del triangolo e molti altri palestinesi d’Israele sono pronti allo scontro. Per ora politico ma potrebbe anche diventare violento.

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