Venezuela, riecco Guaidó, ed una autoproclamazione tira l’altra

Un’autoclamazione tira l’altra

Il quasi dimenticato ‘autoproclamato presidente’ anti Maduro del Venezuela, Juan Guaidó, tornato nel nulla dopo la presidenza dell’Assemblea nazionale a cui Maduro avevo tolto ogni potere, scade anche da qual ‘non incarico’ utile per i suoi sostenitori esterni, si ‘ri-autonomina’. La situazione è un po’ complessa, col rischio di far scadere una situazione tragica, quella del popolo venezuelano, nella comica di una inconsistente politica di opposizione. Grazie a Claudia Fanti siamo riusciti a capire, l’autonominato Guaidó si sarebbe ri-autonominato anche alla presidenza della ormai simbolica Assemblea nazionale, con una votazione virtuale nella sede del quotidiano El Nacional.

I buoni, i cattivi e poco altro

Stiamo alla cronaca rigorosa di Claudia Fanti sul Manifesto, tra i pochi quotidiani a guardare all’America Latina. «Si è svolta ieri in un clima di tensione la prima sessione dell’Assemblea nazionale (An) presieduta dalla nuova giunta direttiva, 48 ore dopo la perdita della presidenza da parte di Juan Guaidó. Il quale, dopo essersi fatto riconfermare nell’incarico con una votazione virtuale presso la sede del quotidiano El Nacional, ha dato vita ieri a una sessione parallela, sempre negli spazi dell’An, praticamente al buio». Da qui la realistica battuta che «Un’autoproclamazione tira l’altra». Ma ancora una volta, è una vera guerra di informazioni contrapposte ad accompagnare lo scontro politico.

La versione dei ‘buoni’

Nella versione di Guaidó, sostenuta dagli Stati uniti e dai loro alleati, l’ingresso in parlamento del leader dell’opposizione e dei deputati a lui fedeli sarebbe stato impedito dalla Guardia nacional, mentre nell’aula sarebbe avvenuta l’elezione della nuova giunta direttiva, costituita tutta da parlamentari dell’opposizione moderata, ma senza ‘l’americano Guaidò’. Nuovo presidente della povera Assemblea, per chi volesse superare le autoproclamazioni, l’ex deputato di Primero Justicia Luis Parra e il deputato del Copei Franklin Duarte come primo vicepresidente, eccetera eccetera. Scannatoio interno alla opposizione, con le accuse incrociate su chi è più corrotto, su chi prende i soldi da Trump e su chi da Maduro.

La versione dei ‘cattivi’

‘Mani pulite’ da quelle parti avrebbe problemi per folla di clienti. Altra ricostruzione. «Se la votazione, avvenuta per alzata di mano, è stata decisamente caotica e, dai video disponibili della sessione parlamentare, non appare chiaro se la nuova giunta abbia ricevuto davvero 81 voti (da parte di chavisti e di oppositori moderati) come è stato dichiarato, né quanti fossero esattamente i deputati presenti in aula -tra i giornalisti presenti c’è chi ha parlato di 104, chi di 140 e chi di 150-, nessun dubbio sul fatto che il quorum della metà più uno dei 167 parlamentari eletti, cioè 84, fosse stato raggiunto». E video e testimonianze giornalistiche concordano sul fatto che sia stato impedito l’ingresso solo a cinque deputati inabilitati e già sostituiti dai rispettivi supplenti che accompagnavano Guaidó.

Opposizione moderata la e destra di Guaidó

Accusa aperta di parlamentari chavisti e dell’opposizione moderata: l’ormai due volte autoproclamato Guaidó non aveva alcuna intenzione di dare inizio alla sessione, sapendo di non contare sui voti sufficienti per essere rieletto, sia a causa dei tanti deputati fuggiti dal paese (che lui avrebbe voluto far votare per via telematica), sia per le divisioni nell’opposizione, una parte impegnata già da mesi in un dialogo con il governo. «Ed è stato quando la sessione stava terminando e l’accesso al parlamento era stato chiuso che Guaidó, ha tentato di scavalcare la recinzione, facendosi così riprendere dalle telecamere di tutto il mondo come vittima di un golpe parlamentare». Triste teatrino di marionette, verrebbe da dire. Commento di Claudia Fanti, «nessun vincitore e solo il Venezuela perdente. Juan Guaidó sempre più confinato in una dimensione virtuale, e il governo Maduro, la cui posizione sul piano internazionale non è certo destinata ad alleggerirsi».

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