Croazia un po’ a sinistra, Milanovic Presidente, Macedonia Nord al voto

Croazia un po’ a sinistra con la presidenza

L’ex primo ministro, il socialdemocratico Zoran Milanović, ha vinto le elezioni presidenziali in Croazia contro la candidata conservatrice e presidente uscente Kolinda Grabar-Kitarović. Al ballottaggio, Milanović ha ottenuto il 52,7 per cento dei voti, nonostante una forte affermazione della ultra destra populista e sovranista nella prima tornata del confronto elettorale. In campagna elettorale Milanović, che era stato primo ministro dal 2011 al 2016, aveva promesso che in caso di elezione si sarebbe impegnato a contrastare la corruzione che si era diffusa dopo la fine del suo governo. I conservatori lo avevano invece criticato per l’aumento del debito pubblico durante i suoi anni al potere.

La presidente uscente, calcio Croazia Francia

Vince anticorruzione ed europeismo

In Croazia il presidente ha più che altro un ruolo di garanzia, modello italiano ma in alcuni casi con ancora minori poteri: non può imporre veti sulle leggi, anche se può esprimersi in materia di politica estera, difesa e questioni di sicurezza nazionale. Il nuovo mandato presidenziale inizierà a febbraio, mentre in autunno si terranno le elezioni parlamentari. Il primo gennaio la Croazia ha assunto, per la prima volta dopo l’entrata nell’Unione Europea del 2013, la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Lascia la carica Kolinda Grabar-Kitarović, del partito nazionalista Hdz, in nome di quei governi ambasciatore alle Nazioni Unite e nel 2011 assistente diplomatico del segretario generale della NATO fino al 2014.

Il premier macedone dimissionario Zoran Zaev

Macedonia del Nord, Europa ingrata

Dimissioni del governo di Zoran Zaev, procedura prevista prima del voto anticipato del 12 aprile. Risolto il contenzioso decennale con la Grecia sulla Macedonia che diede i natali ad Alessandro Magno, la partita del premier macedone, il socialdemocratico Zoran Zaev, era adesso con i nazionalisti interni e la conta del voto. Zaev aveva annunciato il voto anticipato lo scorso ottobre, dopo che il Consiglio europeo aveva rinviato l’avvio del negoziato di adesione alla Ue con Macedonia del Nord e Albania. Per l’adesione alla Nato invece, accordo subito fatto. Dimissioni del governo, 100 giorni prima delle elezioni parlamentari anticipate, con l’insediamento al suo posto di un esecutivo tecnico che porterà il Paese al voto in primavera.

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