Tre news a cavallo tra la fine dell’anno passato e questo 2020. L’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani, il silenzio sulla carcerazione disumana di Assange, l’arresto di Nicoletta Dosio, pensionata e leader dei No Tav. Apparentemente non sono notizie correlabili, tanto che un giornale mai potrebbe mettere in relazione un’azione militare americana, con una donna che si batte per difendere i diritti della propria terra e un uomo che sta pagando con la vita il fatto di aver rivelato il dietro le quinte della democrazia occidentale.
Eppure un filo lega le nostre coscienze e nel contempo ci fa sentire impotenti. Il potere quello vero, il complesso militare industriale americano, ha deciso di provocare una guerra con l’Iran. Nel modo più insensato e ingiustificabile, con un omicidio selettivo e terroristico compiuto nel cuore di un paese apparentemente sovrano. Trump in cattivone, si dirà. Trump l’incosciente. Anche se a guardare bene sembra quasi che il biondo leader della democrazia più armata al mondo sia in secondo piano, assecondando un’azione che è nel Dna militare americano e israeliano. Un atto di prepotenza, puro e semplice. Che potrebbe avere conseguenze nefaste. E probabilmente le avrà. Mentre i media, i cantori della democrazia più grande al mondo, imbarazzati cercano di capire. E i governi occidentali si arrampicano sugli specchi.
Intanto i media, e i governi satellite occidentali, tacciono su Assange. D’altra parte che dire? I grandi difensori della libertà di stampa, felici gregari nel cantare le giustificazioni di ogni guerra intrapresa dagli americani negli ultimi trenta anni, che dovrebbero scrivere? Che Assange è tenuto in condizioni disumane in un carcere europeo? Che viene torturato? Che le acuse farlocche servite per arrestarlo, da parte svedese, sono cadute? Che è accusato di aver rivelato al mondo efferatezze dei militari americani? Di aver mostrato l’altra faccia della guerra, quella esclusa dalla narrazione mainstream, quella che non esporta democrazia ma morte, che ammazza civili e mostra un disprezzo per gli esseri umani? Così mentre il mondo cammina sul precipizio della storia, chi voleva aprire gli occhi ai ciechi fuitori dei media, giace in carcere. Dimenticato.
Quindi Nicoletta Dosio. Passiamo al nostro paese e alle sue inutilità politiche. Immagino che l’unica posizione possibile per un governo non fascista, in questo momento, sarebbe quella di non farsi coinvolgere nell’ennesima guerra imperialista americana. Ma voi ci credete? Io no. E vedo come cresce invece – a fronte di zero carisma internazionale e di un’opinione pubblica ormai annichilita da una narrazione tossica – ogni forma evolutiva delle politiche repressive. Una politica securitaria fatta di bastonate (anche giudiziarie) per i poveracci, per chi alza la testa, per chi non ha da vivere, a fronte di un certo quieto-vivere nei confronti dei mestatori di politica e affarismo, degli imprenditori rapaci che stanno distruggendo il tessuto di questo paese. Il dio denaro ha sostituito ogni divinità e ogni rispetto umano. Quindi Nicoletta che si oppone alla Grande Opera Inutile è finita dentro. Incarcerata per aver difeso la valle, con altri giovani accusati di terrorismo, dalla violenza di un sistema di predatori del profitto.
A me dispiace dover cominciare così il 2020. Ma i silenzi di fronte alla mortificazione della giustizia internazionale, e la furia repressiva fascisteggiante che cresce, meritano una riflessione. Siamo un paese in cui la destra, culturalmente, ha preso il sopravvento e in cui il mondo del profitto fa le regole e determina come deve vivere la comunità. O almeno così sembra, perché così lo raccontano…