MES, rissa e bugie senza spiegare: noi adesso ci proviamo

Meccanismo Europeo di Stabilità

Il Meccanismo europeo di stabilità esiste dal 2012 ed ha la funzione di prestare assistenza agli Stati in difficoltà finanziarie. E’ venuto recentemente alla ribalta mediatica e politica, perché dal 2017 si discute di una sua riforma. Sono queste modifiche che hanno innescato la reazione di forze politiche anti europee. I Paesi Ue hanno trovato un accordo politico preliminare nel mese di giugno e tra qualche giorno dovrebbe arrivare il via libera ufficiale dei governi. Per l’entrata in vigore  servirà poi la ratifica dei Parlamenti dei singoli Stati.

MES, le modifiche concordate

Lo strumento consente agli Stati in difficoltà finanziarie di accedere a prestiti, che possono anche servire per far fronte ad una crisi bancaria. Per smorzare le polemiche, diciamo subito che né nella vecchia formulazione, né nel testo concordato a giugno, si parla esplicitamente di ristrutturazione del debito del Paese che chiede aiuto. Cosa che ha scatenato le reazioni politiche cui abbiamo accennato. Tuttavia il Mes può decidere di accordare assistenza finanziaria, chiedendo eventualmente che una parte del debito venga ristrutturata. Però non si tratta di un automatismo. Serve una maggioranza qualificata dell’85% del capitale del Mes. Poiché l’Italia detiene quasi il 18%, può sempre porre il veto. Quindi: nessuno può imporre la ristrutturazione del debito italiano senza il consenso dell’Italia.

Quali i pericoli per i risparmiatori?

Quando si parla di ristrutturazione, si intende che il debito viene ridotto d’imperio, allungate le scadenze e ridotti gli interessi. Quindi, i risparmiatori che detengono titoli di Stato, ma anche le banche che in Italia sono costrette a comprare a piene mani, avrebbero un danno. E’ successo in Grecia, in Russia, in Argentina, tanto per fare qualche esempio. Su questo si è basata la politica per alimentare allarme e paure, ma come abbiamo appena visto non è così.  Il processo decisionale è così complesso ed articolato che difficilmente si può arrivare ad una tale decisione. Anche perché nessuno in Europa ha interesse a far entrare in default un Paese, perché il rischio di contagio all’intera area è troppo alto.

MES aiuto ale banche tedesche?

Una delle novità principali della riforma è che il Mes può sostenere il Fondo di risoluzione unico per le banche alimentato dalle banche e non dagli Stati. Però, in presenza di una crisi particolarmente grave, potrebbe chiedere aiuto al Mes per incrementare le sue “munizioni”. Insomma, una doppia protezione per tutte le banche europee, non solo quelle tedesche. Vero è che queste ultime, con  la loro finanza creativa fatta di “Cds Swap” (forme di copertura delle loro speculazioni)  sono esposte per importi molto più elevati del loro patrimonio, ma ciò non significa che debbano fallire. Lo stesso si potrebbe dire, allora, per le nostre banche, che nei loro bilanci hanno iscritti miliardi di titoli di Stato italiani. Significa che rischiano di essere aiutate? Al momento non è ipotizzabile. E qui entra in campo un’altra falsità artatamente diffusa e che potrebbe essere una danno vero per il Paese e per tutti noi.

Quali pericoli dalla riforma del Mes?

Secondo alcuni bravi economisti, nelle pieghe della riforma potrebbe annidarsi un segnale negativo  per i mercati, che potrebbe minare non solo la credibilità del nostro debito, ma anche la stabilità dell’euro. Ed un segnale, per fortuna lieve, si è avuto con l’immediato incremento del famoso “spread”, non appena sono venute fuori le polemiche. Questa ed altre criticità sembrano essere state in buona parte ridotte e superate nell’Eurogruppo del cinque dicembre, ma la finalizzazione è stata rimandata. Si vedrà.

Che cosa si potrebbe fare?

Intanto non aderire a trattati e riforme se non dopo una attenta lettura e valutazione. Per troppo tempo i nostri politici a Bruxelles hanno fatto passare provvedimenti negativi per l’Italia senza battere ciglio. Molti per ignoranza e disattenzione. Altri non riusciamo a spiegarceli. Come è capitato nel pieno della crisi bancaria internazionale del 2011. Quando tutta l’Europa ha ricapitalizzato le proprie banche impiegando centinaia di miliardi e facendo passare, subito dopo, una norma che li qualificava come aiuti di Stato. Quando l’Italia, per disattenzione e negligenza, si è trovata nella stessa necessità, ha potuto fare ben poco e con colpevole ritardo. Il danno è stato enorme, anche se nessuno lo dice.

Per il caso specifico che striamo trattando:

  • insistere per la creazione di un ampio debito federale europeo, o stabilire che la BCE garantisca, a certe condizioni, i debiti sovrani dei singoli Stati membri;
  • completare l’integrazione del sistema bancario europeo;
  • introdurre l’assicurazione europea sui depositi (questa sì che tutelerebbe i clienti), vincendo le riserve della Germania che recentemente sembrano essersi ammorbidite. Come si sono ammorbidite quelle sul rigore fiscale e di bilancio.

Conclusioni

Bocciare la riforma del Mes significherebbe mettere in discussione l’iter decisionale su questi ed altri provvedimenti. Saggio, invece, evitare assolutamente di parlare di uscita dall’euro e dall’Unione, perché il solo parlarne ci può danneggiare. Anche se sarebbe comprensibile, visti  certi atteggiamenti di Paesi, specialmente Francia e Germania, che in passato ma anche oggi, tendono a creare non pochi problemi all’idea stessa di Europa. 

Altri Articoli
Remocontro