
Il premier maltese John Muscat non si dimette. Governo travolto dalle indagini sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, ma il primo ministro, al termine di una travagliata riunione di governo durata sette ore, ieri sera in conferenza stampa ha annunciato che intende rimanere in carica, “fino alla conclusione dell’indagine” sull’omicidio della giornalista. In precedenza -ricordiamo- erano già saltate le teste del capo di gabinetto del premier, Keith Schembri, e del ministro del Turismo, entrambi citati nelle dichiarazioni del presunto mandante dell’assassinio, il re dei casinò Yorgen Fenech.
Da Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo a Malta in rappresentanza della Federazione italiana della Stampa.
«Siamo veramente preoccupati per quanto sta accadendo a Malta. La scorsa notte, insieme a tutti gli altri colleghi (almeno una quarantina), siamo stati letteralmente sequestrati dopo la conferenza stampa del Premier Joseph Muscat. Un fatto di una gravità assoluta, come testimoniano le immagini. Sono stati dieci minuti incredibili, sequestrati e bloccati senza una motivazione, fra le urla delle colleghe maltesi che avevano riconosciuto chi ci bloccava».
«Inizialmente pensavamo a poliziotti in borghese o uomini del secret service, apprendiamo invece che fossero picchiatori e criminali, pluripregiudicati, a quanto pare sostenitori del primo ministro maltese. A Malta, evidentemente, non esistono regole valide per tutti, tranne quelle volute a uso e consumo dallo stretto gruppo di Muscat».
«Nell’Isola rappresentiamo la Federazione Nazionale della Stampa italiana, quindi chiediamo ufficialmente al Premier Muscat di chiarire pubblicamente perché siamo stati sequestrati e di chiedere scusa. Chiediamo all’Europa di intervenire subito: ciò che è accaduto la scorsa notte non ha precedenti in una Repubblica democratica, in un Paese che è a ottanta chilometri in linea d’aria dall’Italia, in uno Stato che dovrebbe essere parte integrante dell’Europa».