Bolsonaro spiana Amazzonia a due campi di calcio al minuto

Annus horribilis

Il tasso di deforestazione più alto dal 2008, e gli ultimi 12 mesi per la foresta pluviale amazzonica in Brasile sono stati i peggiori. La selva infatti ha visto aumentare la perdita di vegetazione del 29,5%. Lo denuncia l’Inpe, l’Agenzia spaziale brasiliana. La foresta ha perduto irrimediabilmente 9.762 kmq (3.769 miglia quadrate) della sua flora tra agosto 2018 e luglio 2019. Ma il dato principale è che questi dati coincidono con l’assunzione della carica di presidente da parte di Jair Bolsonaro nel gennaio scorso.

Le colpe di Bolsonaro

Vengono così confermate le accuse di ambientalisti e della stessa Agenzia, il cui presidente fu destituito per i dati scientifici che mettevano in difficoltà in governo, e che individuano in Bolsonaro una delle cause principali del disastro ambientale. Politiche di sviluppo agricolo estrattivo indiscriminato rispetto alla conservazione dell’ecosistema hanno infatti accelerato il processo di deforestazione, con una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti (governi Lula o Rousseff), nei quali le autorità erano riuscite a ridurre i danni attraverso un sistema concertato tra le Agenzie federali e ammende.

Bolsonaro e il nuovo esecutivo hanno sempre criticato le sanzioni contro chi violava le leggi di tutela, la confische di legname abbattuto illegalmente e le condanne per crimini ambientali. Contemporaneamente. nel momento peggiore per la foresta ed i suoi abitanti umani ed animali con i roghi di questa estate lasciati liberi di distruggere senza alcuni intervento da parte del governo -una vicenda che ha indignato tutto il mondo-, venivano incoraggiati i proprietari di fattorie, proprietari di miniere e uomini dell’agrobusinnes contro coloro che tentavano, ad esempio, di difendere la selva di Altamira al centro delle recenti devastazioni.

Due campi di calcio al minuto

E’ stato calcolato che il ritmo di deforestazione equivale alla dimensione di circa due campi di calcio al minuto, i dati annuali sono stati elaborati attraverso le informazioni del sistema satellitare Prodes, che è considerata la misurazione più conservativa, prudente dagli allarmi mensili. Alcune discrepanza di dati rispetto rispetto ai diversi sistemi di rilievo, ma da tutti viene confermata la tendenza al rialzo evidente della deforestazione che Bolsonaro e i suoi ministri insistono però a definire una menzogna.

«Non sorprende che ciò accada perché il presidente ha difeso il crimine ambientale e ha promosso l’impunità», denuncia Adriana Ramos dell’Istituto socio-ambientale brasiliano. La foresta pluviale è la maggiore arma contro le emissioni di carbonio del pianeta, la distruzione della foresta allontana inesorabilmente il Brasile dal raggiungimento degli obiettivi stabiliti dagli accordi di Parigi contro l’aumento delle temperature. Carlos Rittl, segretario esecutivo della Ong “Osservatorio sul clima”: « La domanda è per quanto tempo i partner commerciali del Brasile si fideranno delle sue promesse (di Bolsonaro) di sostenibilità e rispetto dell’accordo di Parigi, mentre cadono le foreste, i leader indigeni vengono uccisi e le leggi ambientali vengono infrante?».

AVEVAMO DETTO

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