
«Non credo di drammatizzare le cose, cerco di essere lucido”, afferma il capo dello Stato nell’intervista all’Economist.
Secondo il presidente francese il disimpegno dalla Siria di Trump e l’offensiva di Erdogan hanno definitivamente messo in luce le contraddizioni dell’Alleanza atlantica nata settant’anni fa
Emmanuel Macron usa un’espressione decisamente forte per tornare a parlare della crisi aperta dall’intervento della Turchia contro i curdi e permesso dagli Stati Uniti. Secondo Macron, il disimpegno dalla Siria del presidente americano Donald Trump e l’offensiva del leader turco Recep Tayyip Erdogan ha definitivamente messo in luce le contraddizioni dell’Alleanza atlantica nata settant’anni fa.
Il presidente francese s’interroga sull’articolo 5 del patto atlantico che prevede la solidarietà fra i paesi membri in caso uno di loro sia attaccato. E si chiede cosa succederà se la Siria attaccherà la Turchia, in risposta all’offensiva di Ankara nel nord del paese arabo. «Se il regime di Bashar Assad decide di replicare alla Turchia, noi c’impegneremo? Questa è la vera domanda». «Noi ci siamo impegnati per lottare contro Daesh. Il paradosso è che la decisione americana e l’offensiva turca hanno avuto lo stesso risultato: il sacrificio dei nostri partner che si sono battuti contro l’Isis».
In vista del summit della Nato ai primi di dicembre a Londra, Macron chiede di «chiarire le finalità strategiche dell’Alleanza», visto che da parte americana non c’è «alcun coordinamento strategico con i partner, mentre un altro paese membro, la Turchia, conduce un’aggressione in una zona dove i nostri interessi sono in gioco». Sottinteso, Trump fa quello che vuole litigando persino in casa e Stoltenberg fa il servo sciocco cercando di giustificare l’irragionevole con gli altri alleati Nato.
L’Europa, sostiene Macron, «sparirà se non inizia a pensarsi come potenza mondiale, schiacciata tra Usa e Cina». Pallino del presidente francese da sempre la creazione di una difesa europea, che lui traduce in «autonomia strategica e capacità sul piano militare». Molto diverso dall’approccio del presidente Trump che, osserva Macron, «tratta la questione Nato come un progetto commerciale». Trump a bottega, dare avere, il mio guadagno, e poco altro, il sottinteso per evitare la dichiarazione di guerra.
«L’Europa deve pensarsi come una potenza di equilibrio». Ripensando anche il rapporto con la Russia, che fa parte del vicinato. «Il gioco è quello di non restare schiacciati dagli Stati Uniti e dalla Cina che, con la sua crescita economica e strategica, crea un rischio di bipolarizzazione e marginalizza chiaramente l’Europa». A questo processo, aggiunge Macron, «si aggiunge il ritorno delle potenze autoritarie, vicine all’Europa, essenzialmente Turchia e Russia, che sono i due grandi attori della nostra politica di vicinato, e creano, insieme alle conseguenze della Primavera Araba, una forma di ebollizione».
«Gli Stati Uniti assicurano una sorta di ombrello geostrategico, ma come contropartita c’è un’esclusiva commerciale. Bisogna comprare americano. La Francia non ha firmato per questo». Per un’autonomia nel settore della Difesa, la Francia ha convinto la Germania a lanciare la “European Intervention Initiative” a cui ha di recente aderito l’Italia. Parigi e Berlino hanno anche fatto accordi bilaterali per sviluppare la costruzione di nuovi modelli di aerei caccia e di tank ma entrambi i progetti vanno a rilento.
Macron laments ‘brain death of NATO’
The French president has urged European allies to “wake up” and reassess the reality of what NATO is in the Trump era. When asked whether he still believed in collective defense, he said: “I don’t know”.
Quando gli è stato chiesto se credeva ancora nella difesa collettiva, ha detto: “Non lo so”.