Dresda emergenza nazismo, Italia, il non voto razzismo e antisemitismo

Emergenza nazismo a Dresda ed emergenza Forza Italia in casa

Drammatica iniziativa del consiglio comunale della città dell’ex Ddr, la Germania dell’Est, dove è nato il movimento anti-islamico Pegida: «Atteggiamenti e azioni antidemocratici, anti-pluralisti e di estrema destra contrari all’umanità che arrivano alla violenza e vengono alla luce in maniera sempre più forte». Ed è con questa motivazione il consiglio comunale della città della Sassonia, ha votato una delibera in cui dichiara una “emergenza nazismo“.

La città si impegna perciò a rafforzare la quotidiana cultura democratica e a proteggere meglio minoranze e vittime di violenza di destra. L’atto è stato votato da Verdi, post-comunisti (Linke), Liberali (Fdp) e socialdemocratici (Spd) mentre a parlare di “mera politica dei simboli” ed “errore linguistico” è stato il partito cristiano-democratico, la Cdu di Angela Merkel. Moderatismo di centro che inseguendo qualche voto a destra può inciampare. Non solo a Dresda.

Italia, Senato mozione Segre e quei 98 astenuti

Non ha ottenuto l’unanimità la mozione per istituire una commissione straordinaria contro odio, razzismo e antisemitismo, proposta dalla senatrice a vita Liliana Segre. L’aula del Senato l’ha approvata con 151 voti favorevoli, nessun voto contrario ma 98 astensioni. Un’occasione persa. «L’approvazione con il voto unanime di tutto il Senato sarebbe stato un segnale forte e simbolico», E come accade a Dresda, le lacerazioni politiche arrivano sul ‘non voto’.

Distinguo lessicali da confusione politica. «#Lega e #FDI si astengono sulla commissione proposta da #LilianaSegre contro chi istiga all’odio e alla violenza e purtroppo anche #fi che si professa liberale si accoda. È il segno della deriva di una destra che si consegna all’estremismo e lo difende». denuncia il moderato Mirabelli per i senatori del Pd. Forza Italia schiacciata tra Lega e FdI prova a distinguersi, «massima solidarietà alla senatrice Segre», ma il voto resta.

Forza Italia stretta tra Lega e FdI

Ferita aperta per Forza Italia quel voto al Senato sulla commissione. «L’astensione è la scintilla che dà fuoco alle polveri esplosive accumulate da mesi sotto il tappeto azzurro», osserva Andrea Colombo sul Manifesto. Otto senatori Fi hanno seguito l’ordine di partito ‘ma con immenso sforzo’, leggiamo. Mara Carfagna, ‘quanto di più vicino a un leader d’opposizione ci sia oggi in Forza Italia’, come viene definita, ha usato toni netti: «Stiamo tradendo i nostri valori».

Silvio arrabbiato, sostenitore da sempre di Israele, offeso dal solo sospetto di antisemitismo. Ma la risposta politica, durissima, non sembra quasi sua: «Se qualcuno vuole seguire strade già percorse da altri ne ha la libertà, ma senza danneggiare ulteriormente Forza Italia». Quella è la porta. Sospetti sul nuovo ‘cerchio magico’ attorno al vecchio leader. Vigilia di adii. Carfagna o Polverini o parlamentari in ordine sparso. «Lo stallo, in quella che fu Forza Italia, sta per finire».

Troppo Salvini cancella Berlusconi

«In realtà nessuno sospetta il Cavaliere di pulsioni antisemite. La commissione di Liliana Segre è solo il casus belli», annota sempre Andrea Colombo. Sullo sfondo Matteo Salvini. «Sarebbe stato lui a chiedere all’alleato di non votare a favore della commissione, preoccupato più che per il suo partito o per quello di Giorgia Meloni, ancor più nel mirino, per la sorte della ‘stampa amica’». I media che tifano Salvini e non lesinano l’uso del «linguaggio d’odio»

A questo punto -considerazione politica diffusa a destra e a sinistra- in discussione ci sono solo i tempi e modi dell’addio. «Finché l’alleanza con Matteo Salvini era in bilico, soggetta agli umori del leader leghista, poteva ancora esserci strada. Ora l’ala forzista che di andare con Salvini non ha intenzione dovrà decidersi a fare la sua mossa». Resa dei conti interna tra politica, potere e «nuovo umanesimo» a cui si appella Franco Ippolito, Presidente della Fondazione Basso.

Razzismo sdoganato da destre astenute

«Razzismo sdoganato e destre astenute per non deludere il loro elettorato», il giudizio lapidario di Carla Nespolo, presidente dell’Anpi. «A furia di alimentare il razzismo hanno modificato il senso comune per cui oggi dichiararsi antisemiti o razzisti non è più una vergogna. Lo hanno diffuso, non riescono più a fermarlo. Ora la commissione affronti il problema dell’odio sul web e le fake news. La repressione non basta. Ripartire dalle scuole», sostiene l’associazione partigiani.

«So bene che Casa Pound e affini invocano il diritto di opinione per esporre le loro idee aberranti. Vorrei ricordargli che questo diritto glielo hanno dato gli antifascisti che hanno combattuto contro Mussolini e Hitler. Che diritto c’era allora di esprimere un’opinione? Questo diritto lo abbiamo conquistato noi, i nostri antenati e il popolo democratico. Oggi anche loro ne usufruiscono, ma cercano di abusarne. Il fascismo non è un’opinione. È un crimine». Remocontro sottoscrive.

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