Yemen in guerra, fame e sete prima delle bombe, colpe internazionali

Fame e sete e signora morte

Fame e sete prima di bombe e fucili. Nello Yemen, sconvolto da anni di guerra troppo spesso dimenticata combattuta da fazioni interne per interposta potenza tra Arabia Saudita e Iran, la semplice sopravvivenza per la popolazione sta diventando spesso impossibile, nell’indifferenza della comunità internazionale. Lo denuncia l’organizzazione umanitaria britannica Oxfam che lancia l’ennesimo allarme da Ginevra. Nel bengodi arabo del petrolio, «La gravissima carenza di carburante nel Paese sta lasciando oltre 15 milioni di persone senz’acqua. A Sana’a è aumentato del 300% il prezzo della benzina da agosto» hanno raccontato gli operatori ancora presenti nel Paese. Benzina per tirare su dai pozzi l’acqua, dopo che dal 2015, anno d’inizio del conflitto, sono stati bombardati ben otto impianti idrici. La sete come arma di guerra.

Niente benzina niente acqua

La scarsezza e l’aumento dei prezzi della benzina, arrivati alle stelle, infatti impedisce il funzionamento dei pozzi e il rifornimento della popolazione attraverso le autobotti. Solo nelle ultime settimane ben 11 milioni di yemeniti sopravvivevano grazie alle reti idriche che ancora funzionavano mentre 4 milioni ricorrevano ad autocisterne private. Le infrastrutture completamente distrutte sono quelle di 3 grandi città come Ibb, Dhamar e Al Mahwit.

Oltre ai danni causati dalla guerra ad aggravare la situazione concorrono fo le restrizioni alle importazioni imposte sia dal governo riconosciuto dalla comunità internazionale, che dalle autorità dei ribelli Houthi. Limitazioni che hanno interrotto l’attracco di navi nei principali porti del Paese, come Hodeida, con il risultato che il prezzo di 1 litro di benzina è schizzato alle stelle. Il risultato è che manca il carburante sia per il trasporto sia per il pompaggio sotterraneo dell’acqua. In particolar modo a soffrire, sete ma anche condizioni igieniche insostenibili, sono sopratutto i campi profughi, dove cercano di sopravvivere almeno 3,6 milioni di persone.

Il dramma dei bambini profughi

Per Riccardo Sansone, responsabile dell’ufficio umanitario di Oxfam Italia, «L’accesso all’acqua fa la differenza tra la vita e la morte, soprattutto per 7 milioni di yemeniti, tra cui circa 400mila bambini colpiti da malnutrizione acuta, che in questo momento sono già debilitati dalla mancanza di cibo. Nel contesto di un conflitto in cui le responsabilità dirette e indirette delle grandi potenze mondiali rimangono gravissime per la carenza di aiuti e per l’export di armi mai realmente interrotto, le fazioni in campo continuano a usare la mancata fornitura di materie prime essenziali come arma per destabilizzare il Paese».

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