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La verde Svizzera anti-sovranista e la Greta ticinese

L’ondata verde nel Parlamento svizzero

Giornata trionfale per i due partiti verdi, i grandi vincitori di queste elezioni parlamentari. Il Partito ecologista svizzero (Verdi) guadagna 17 seggi in Consiglio nazionale, il numero più alto dal sistema elettorale proporzionale del 1919. Progrediscono sensibilmente anche i Verdi liberali, che potranno contare su 9 seggi in più. La destra perde la maggioranza in Consiglio nazionale. La sconfitta del fronte di destra è simboleggiata anche dalla mancata rielezione di diversi rappresentanti della linea dura, in particolare del deputato friburghese dell’UDC Jean-François Rime e del collega liberale radicale zurighese Hans-Ulrich Bigler, su posizioni oltranziste.

Rosso verde a sorpresa

Con il successo dei Verdi e dei Verdi liberali si rafforza invece il campo della sinistra e del centro, che consolida oltretutto la sua maggioranza di seggi anche al Consiglio degli Stati. Mentre i due partiti ecologisti approfittano della crescente sensibilizzazione in corso sui problemi ambientali, in particolare sui pericoli legati ai cambiamenti climatici. L’UDC (nessun parallelo italiano di sigla, più destra laica) rimane il primo partito svizzero, ma scende dal 29,4 al 25,6% delle preferenze, il suo peggior risultato dal 1999. Lo schieramento di destra deve cedere ben 12 seggi, il più alto numero perso finora da un partito in un’elezione federale. Il PS (più o meno il nostro Pd) si conferma secondo partito

Parlamento più giovane e femminile

Un numero record di donne nel Consiglio nazionale: per la prima volta vi saranno infatti 85 deputate, il 42,5% degli eletti. Nell’ultima legislatura arrivavano al 32%. Gli svizzeri hanno eletto quest’anno anche il più giovane Consiglio nazionale della storia. L’età media dei deputati per la legislatura 2019-2023 è di 49 anni. Nel canton Ticino, la lista Verdi e Sinistra alternativa è riuscita a guadagnare ben 9,9 punti. C’è una Greta anche in Svizzera. Di cognome fa Gysin, e al voto di domenica per il Consiglio nazionale, dov’era candidata per i Verdi e la Sinistra alternativa, ha strappato il seggio ticinese al corrispettivo oltrefrontiera del partito di Matteo Salvini.

Proporzionale a «formula magica»

Scossone per la prima volta da un secolo a un sistema tradizionalmente stabile come quello elvetico, «Proporzionale con una ‘formula magica’ (com’è definita) che ha da sempre consentito ai quattro partiti maggiori – l’Unione democratica di centro (Udc), il Partito socialista, il Partito liberale radicale (Plr) e il Partito popolare democratico (Ppd) – di spartirsi i sette ministeri che sono eletti dalle due Camere», prova a spiegarci Angelo Mastrandrea sul Manifesto. Da chiarire poi che ci sono i Verdi di sinistra e i Verdi di destra che difficilmente si alleeranno per eleggere un ministro ecologista. Probabile che i rosso-verdi per il momento non andranno al governo e appoggeranno i candidati del Partito socialista.

Quella sonora botta a destra

Il successo degli ambientalisti rischia di far passare in secondo piano l’arretramento dell’Udc, la versione svizzera di partito sovranista di destra che rimane comunque primo col 25,5 per cento, ma perde un secco 3,6 per cento. Non pagano più gli slogan contro l’immigrazione e l’antieuropeismo. «La Svizzera non è nell’Ue, ma l’Udc voleva ridiscutere anche gli accordi bilaterali con Bruxelles per renderli più restrittivi e ha presentato un referendum ‘per un’immigrazione moderata’ per limitare la libera circolazione degli europei nel territorio svizzero». Bersaglio dichiarato i lavoratori frontalieri (con qualche problema di alleanza da parte della Lega), pendolari italiani accusati di togliere il lavoro ai cittadini svizzeri, in un Paese con un tasso di disoccupazione di poco superiore al 3 per cento.

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