Il Canada di Trudeau al voto, altra America dall’imbarazzante vicino

The Economist, Regno Unito

Quattro anni fa ‘il sogno canadese’ di tolleranza, apertura e progressismo rappresentato dal giovane e affascinante capo del Partito liberale Justin Trudeau, che era riuscito a battere Stephen Harper, ‘irascibile conservatore proveniente dalla provincia petrolifera dell’Alberta alla guida del paese per quasi dieci anni’, dalla descrizione che ne fa l’Economist e riporta Internazionale. Ma le elezioni di oggi si annunciano molto diverse dalle precedenti. Sempre Economist, «Gli scivoloni e gli scandali hanno annebbiato l’aura di Trudeau, che oggi invita gli elettori a ‘guardare al futuro, ‘non rimuginare troppo sui miei errori e lasciare che io costruisca sui progressi che ho già fatto’». Per fortuna di un Trudeau più debole, un avversario, il conservatore Andrew Scheer, considerato dai più, di poco valore. «Gli opinionisti denunciano il fatto che il dibattito elettorale in corso, come la sit-com statunitense Seinfeld, “non parla di nulla”».

Anti populismo senza immigrati e razza

Diversamente da altre democrazie, quella canadese non è monopolizzata dal tema dell’identità e della cultura, rispetto al gigantesco ma imbarazzante vicino a su, è già cosa meritoria. Ma il vero distinguo, la vera partita politica aperta, il più evidente disaccordo tra i due candidati riguarda la politica ambientale. Scheer come primo ministro promette di cancellare il limite minimo della tassa sulle emissioni di carbonio. Sulla scia di Trump, con un po’ più di buon senso. Secondo Scheer, il Canada raggiungerà in modo diverso gli obiettivi per il taglio di emissioni di gas serra, che entro il 2030 prevedono una riduzione del 30 per cento rispetto ai livelli del 2005. Secondo i piani di Scheer un “corridoio nazionale dell’energia” dovrebbe trasportare il petrolio dall’Alberta e dalla provincia di Saskatchewan (da cui proviene Scheer) fino alla costa atlantica e a quella pacifica.

Trudeau invece alza l’asticella

Trudeau, invece, ha alzato l’asticella contro il cambiamento climatico promettendo di portare le emissioni “allo zero netto” entro il 2050. La principale conseguenza delle elezioni, la possibilità che il Canada sia confermato come paladino credibile nella battaglia contro il cambiamento climatico. Ed Economist è chiaro: «Trudeau può vantare una serie di risultati di orientamento progressista». Un elenco su cui discutere. 1) il Canada primo paese a legalizzare la cannabis a scopo ricreativo. 2) alcune leggi per consentire il suicidio assistito, 3) un assegno annuo di 6.600 dollari canadesi (4.500 euro) per ogni figlio. 3) negoziato insieme al Messico un accordo alternativo al North american free trade agreement (Nafta) convincendo gli Stati Uniti a rinunciare ai dazi sull’acciaio e l’alluminio. Per il futuro, altri tagli alle tasse per la classe media e un bando dei fucili d’assalto, anche se il Canada non è il Farwest Usa.

I problemi per Trudeau

La sua campagna elettorale divenuta una corsa a ostacoli (sempre lettura britannica dei fatti) quando avrebbe potuto essere uno sprint. Perché. L’inciampo sulla legge elettorale maggioritaria prima promessa e poi abortita. «È stata la prima dimostrazione del fatto che Justin Trudeau non è Gesù Cristo», maligna Richard Johnston dell’Università della British Columbia. Ad agosto il commissario per l’etica (immaginate da noi simile istituzione) critica Trudeau per aver cercato di interrompere un’indagine per corruzione su Lavalin, un’azienda d’ingegneria con sede in Québec, zona elettorale dei liberali. Poi sono saltate fuori le fotografie con un giovane Trudeau a carnevale  con la faccia colorata di nero (blackface), strumentalizzata contro il capo di governo più “sensibile” alle ingiustizie razziali. Attenti alle mascherine da Pellirossa.

Via libera alle compagnie petrolifere

L’intenzione di eliminare la tassa sulle emissioni di anidride carbonica combina questo programma al sostegno nei confronti dell’industria petrolifera. «Sul tema dell’ambiente la maggior parte dei canadesi apprezza la preoccupazione di Trudeau più della noncuranza di Scheer. Ma i Liberali devono condividere la loro posizione ambientalista con altri partiti, come i Verdi e i Nuovi democratici. Inoltre la stima degli ambientalisti per Trudeau si è ridotta sensibilmente dopo la decisione del governo di acquistare un oleodotto che trasporta prodotti petroliferi dall’Alberta alla costa occidentale e di sostenerne l’espansione». Sondaggi: un terzo dell’elettorato per entrambi i principali partiti e i restanti elettori divisi tra Nuovi democratici e Verdi. Cosa che dovrebbe insegnare qualcosa al mondo, l’esito finale dipenderà più dalla opinione dei cittadini sul futuro del pianeta più che su quello del Canada.

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