
E’ un neonazista di 27 anni l’autore solitario dell’attacco antisemita a Halle. L’uomo, arrestato, ha filmato con una telecamera sul casco la sua azione e le sue urla contro gli ebrei “radice di tutti i problemi”. Due morti. Il killer ha tentato invano di entrare nella sinagoga per fare una strage
Primi allarmi per le ‘pigre’ intelligence europee (disattenzioni a diversa motivazione), all’indomani dello scoppio del conflitto in Ucraina, nell’aprile 2014, è diventato un allarmante dato di fatto in meno di quattro anni. Nutrita dalla crisi economica, dal terrorismo jihadista e dalla paura politicamente pompata per i migranti, la rete neonazista occidentale sembra aver fatto il salto di qualità che separa certi vaneggiamenti e piazze violente e teppistiche, all’azione armata e all’addestramento militare organizzato.
La nascita di questi «foreign fighter» di estrema destra, ha coinciso con la crisi in Ucraina ma non è fermato lì. Esaltando la contraddizione tra pro europeisti e anti europeisti, pro russi e anti russi, ma filo nazisti o fascisti comunque, ed ha mobilitato tutti quei gruppi che hanno nella loro agenda questi Foreign fighter europei con retoriche identità comuni ma schierati con fazioni opposte nei combattimenti, divisi tra filorussi e anti russi». Dove l’ideologia politica centra poco, più o meno quanto Putin c’entra con il comunismo e la cultura di sinistra.
A Francoforte sul Meno, capitale finanziaria della Germania, nel 2018 cinque poliziotti sono stati sospesi con l’accusa di appartenere a un network neonazista. Nuova versione di Nationalsozialistischer Untergrund, il gruppo terroristico a incastrato nel 2011 dopo 13 anni di attività, 10 omicidi (tra le vittime nove turchi e un greco), 14 rapine e due attacchi bomba andati a vuoto. I cinque agenti di Francoforte, quattro uomini e una donna, sono stati traditi da una chat dove si scambiavano foto di Hitler, svastiche e notizie razziste. Più di recente ha mandato in crisi il governo Merkel il caso di Hans-Georg Maaßen: l’ex numero uno della Bundesamt für Verfassungsschutz, l’Aisi tedesco, servizi di sicurezza interni.
Ma anche in settori ampi dell’estrema destra italiana è in corso da tempo un’evoluzione di stampo neonazista non colta nella sua gravità. Esempio, la rivalutazione operata da Forza nuova delle formazioni collaborazioniste dei nazisti negli anni Quaranta nei Balcani. La Guardia di ferro rumena e delle Croci frecciate ungheresi. Movimenti ferocemente antisemiti che si macchiarono di pogrom antiebraici e della fattiva e diretta organizzazione della deportazione nei campi di sterminio. Basta poi un facile accesso al sito del partitino di Roberto Fiore per ritrovare gadget e magliette espliciti e rivelatori. Troppo poche attenzioni da parte del recente ministero Interni (chi sa perché) e responsabilità di utilizzo politico istituzionale di quelle forze, tutte ancora da chiarire.