
Caso da accademia su come lo spionaggio ufficiale di Stato e di governo, può far finta di dire non svelando nulla. In tempi di ‘Strategia della tensione’, di bombe, stragi e di complicità tra servizi segreti ed eversione nera, nel dubbio mai risolto se fossero ‘deviati’ i Servizi o gli indirizzi politici che li dirigevano, le reazione alle richieste giudiziarie di imbarazzanti accertamenti era semplicemente la negazione. Senza neppure far invocare al presidente del Consiglio il ‘Segreto di Stato’. Poi il sistema occultamento si evolve assieme agli strumenti della democrazia.
Dunque, nei tempi golpistico-delorenziani si negava e si nascondeva. Poi, di fronte a giovani magistrati più incazzosi di quelli ereditati dal fascismo, cambia il modo dell’occultare. Non si sottrae, ma si inonda. Il tal verbale del talaltro incontro tra tizio con caio a combinare quel certo guaio? Non c’è catalogazione d’archivio per appunti secretati, ma decine di armadi, interi stanzoni con tonnellate di carte ammucchiate per tema, o per anno, o per quello che vuoi. Milioni e milioni di carte ad impedire di fatto qualsiasi ricerca. E l’occultatore (ammettendo che il documento richiesto ancora esista) riceve pure encomio.
Terzo sistema, è l’eccellenza tutta italiana di fregarti costringendo pure a dire grazie. ‘Sistema Giuseppi’ nasce indirettamente della confusione americana delle ben sedici strutture ufficiali di intelligence. Quale la struttura giusta a cui porre la domanda giusta? ‘Sistema Giuseppi’ prevede di far dare risposta al quesito che non gradisci a chi non ne sa proprio nulla. Facciamo un esempio, i segreti della nuova Ferrari, e tu mandi il direttore amministrativo di Maranello. Cosa fa Giuseppe Conte coi curiosi americani a caccia di Russiagate (dicono)? Li manda dal capo del Dis, ‘il vertice’ (nel passato guidati anche da prefetti e persino da un diplomatico), che fa coordinamento tra le due sole strutture di spionaggio vero, Aise ed Aisi, esteri e interni. Un ottimo generale della Guardia di finanza che nulla dice di ciò che non sa. Per gli impiccioni Usa neppure il capo attuale dell’Aise a Forte Braschi (pare), che comunque è spia da poco tempo. E men che mai quell’ex Alberto Manenti dei tempi del Russiagate, che è stato il solo capo delle spie ad aver fatto sempre la spia. Il solo che qualcosa forse sa.
Il presidente del consiglio, che non ha dato delega a nessuno sui Servizi segreti (come Gentiloni prima di lui, con certi sottosegretari che gli avevano imposto) riferirà al Copasir, sigla ermetica per la commissione interparlamentare di controllo sui servizi segreti, a spiegare a senatori e deputati cosa hanno chiesto ai nostri servizi segreti, il procuratore americano e ministro della Giustizia William Barr. Nulla di strano nella richiesta Usa (salvo forse il suo successivo sbandieramento da parte di Trump che rilancia Mosca per sfuggire a Kiev). Dirà quindi Conte, non svelandoci mai se il ‘depistaggio Dis’ sia stato per ignavia o per astuta malizia.
Conte alle prese coi due Matteo, Renzi e Salvini, “uomini forti” (li definisce qualcuno) ‘che si muovono tra l’opposizione e i suoi bordi’. Convocazione al Copasir, fatta a due voci. «La richiesta degli incontri -spiegano da Palazzo Chigi – è pervenuta tramite i canali diplomatici e non attraverso contatti diretti del Presidente del Consiglio con l’amministrazione americana». Non un contatto diretto tra Trump o Barr e Conte, ma incontri mediati diplomaticamente. «La richiesta è stata fatta da Barr tramite la diplomazia. Ed è stata fatta pervenire al responsabile dell’intelligence. E quindi anche Conte è stato informato».
Il centrodestra intanto trova l’intesa sul Copasir, la cui presidenza tocca ad un esponente della opposizione, e propone il leghista Raffaele Volpi, ex sottosegretario alla Difesa. L’accordo sul suo nome raggiunto tra Matteo Salvini e Fdi di Giorgia Meloni, con l’avallo telefonico di Berlusconi. Volpi si impone su un candidato decisamente forte proposto da Fratelli d’Italia, l’ex ministro Ignazio La Russa, con Giorgia Meloni che alla fine ha dovuto cedere alla preponderante forza parlamentare di Salvini.