
News da fronti giornalistici opposti, Repubblica e Libero su notizie solitamente occultate. «Fino a 35 contractor russi sarebbero stati uccisi nella guerra civile in Libia, dove alcuni mercenari della ‘Wagner’ sarebbero impegnati nell’offensiva su Tripoli lanciata lo scorso aprile dal generale Khalifa Haftar», ci dice Repubblica. Fonte, siti di notizie libici ripresa e quindi avallata anche dal sito di notizie russo Meduza, che ha identificato alcune delle vittime di un raid all’inizio di settembre.
Leggiamo che le prime salme sarebbero arrivate in Russia la scorsa settimana. «Contractor originari delle regioni di Sverdlovsk, Krasnodar e Murmansk e alle loro famiglie, contrariamente a quanto accade in casi simili, non è stato notificato nulla», ci dice Libero. ‘Colpiti da un raid aereo sulla linea del fronte’, avrebbe spiegato un veterano della guerra in Ucraina vicino a due dei contractor uccisi, che opra hanno un nome (Artjom Nevjantsev e Ignat Borishev). «Il raid delle forze di Fayez Serraj potrebbe essere stato mirato contro i russi, dato che è stata colpita con precisione la loro postazione».
Morti veri o illazioni, voci di trincea inverificabili? Il nove settembre via Twitter la prima denuncia di sette della Wagner uccisi in un raid alle porte di Tripoli. Al Jazeera ha poi precisato che le vittime erano otto. Doppia denuncia e da fonti diverse fa conferma. A fine mese, l‘americana Bloomberg ha scritto che “oltre cento mercenari della società russa Wagner erano arrivati in una base avanzata in Libia la prima settimana di settembre per sostenere l’offensiva di Haftar verso Tripoli”. Ed è ormai noto a tutti che la Wagner è una società di contractor/mercenari di Evghenij Prigozhin, uomo molto vicino a Putin.
La notizia chiave resta quella della politicamente sospettabile Bloomberg americana di 100 elementi del gruppo Wagner, da settembre a dete vigore all’attacco fallimentare su Tripoli del sempre meno credibile generalissimo Haftar. Compresa la prima notizia di vittime russe (non ancora i presunti 35) L’episodio, il bombardamento dei caccia di Sarraj sul centro operativo aereo a Sabea. Mosca, accusata anche in passato di fornire sostegno all’uomo della Cirenaica, ha sempre smentito qualsiasi coinvolgimento, nonostante ‘consiglieri militari’ fotografati in Libia e finiti su social media.
Quanto è alto il rischio per i soldati italiani in Libia, i nostri trecento soldati di Misurata si trovano da oltre due mesi in piena zona da guerra? Due giorni fa l’attacco delle forze di Haftar sull’aeroporto degli italiani, e i nostri militari costretti nei rifugi, scrive Gianluca De Feo su Repubblica. «È dal 26 luglio che la spedizione italiana in Libia si trova sotto tiro». Misurata, la città delle milizie più addestrate schierate al fianco di Tripoli, dove nel 2015 è stato allestito l’ospedale italiano. Secondo alcuni osservatori libici, gli ultimi due attacchi delle forze di Haftar volevano lanciare anche un messaggio all’Italia mentre era in visita a Roma il segretario di Stato americano Mike Pompeo. Interpretazione respinta dai nostri comandi.