Hong Kong, la polizia prima spara e poi arresta

Sfida all’anniversario cinese

Protesta doppia ieri, le ragioni di Hong Konk e l’anniversario della rivoluzione cinese che a loro non piace. Doppia tensione anche tra le forze di polizia, destinate ormai da mesi a scontri quotidiani e spesso molto violenti. E ieri uno di loro, invece che lacrimogeni spara un proiettile vero con la sua pistola al petto di uno dei quei ragazzi che protestano. Tsang Chi-kin viene colpito al petto e i medici dell’ospedale dove lo trasportano gli salvano la vita a fatica.

E’ stata l’Hospital Autority ad aggiornare i media sulle sue condizioni, il diciottenne dopo l’operazione chirurgica d’urgenza sta avendo un decorso regolare ed è considerato al momento «stabile». Ma nonostante la dinamica dell’accaduto sia oggetto di polemiche e su di essa dovrà essere fatta piena luce, nei confronti di Chi-kin è stato emesso un provvedimento di arresto, anche se ospedaliero. Al ragazzo viene imputato il reato di aggressione a pubblico ufficiale.

Il giorno del dolore

Hong Kong dunque si risveglia da quello che è stato definito il «giorno del dolore», con il bilancio pesante di 269 arresti, più che in qualsiasi altro giorno dall’inizio delle proteste, mentre 30 poliziotti sono rimasti feriti. I fermati, una stragrande maggioranza di giovanissimi, dal più giovane di 12 al nonno di 71 anni. La particolare durezza dalla giornata, facilmente immaginabile, può anche essere misurata dai 900 proiettili di gomma e 1.400 candelotto di gas lacrimogeni sparati dei 6000 agenti schierati.

Nonostante il divieto di scendere in strada diramato dalle autorità in migliaia hanno scelto la sfida. In molti erano vestiti di nero e portavano la camicia rigorosamente infilata nei pantaloni, per smascherare possibili agenti provocatori che coprirebbero le armi con i lembi delle t-shirt. Le proteste di piazza hanno investito diversi punti della città-stato, almeno sei distretti sono stati attraversati da altrettanti cortei, e quasi ovunque si sono verificati incidenti. Evacuato anche il Parlamento per paura di possibili irruzioni.

Continuano le proteste

Intanto le proteste non si fermano e molti studenti hanno manifestato davanti alla scuola di Tsang Chi-kin, il ragazzo ferito, chiedendo una inchiesta imparziale. Su questo è intervenuta anche Amnesty International secondo cui «la polizia dovrebbe ricorrere alla forza letale solo di fronte a un’imminente minaccia di morte o di ferimento grave e unicamente come estrema risorsa».

Ed è la tesi delle autorità locali che hanno giustificato il ferimento dello studente affermando che lo sparatore «pensava di trovarsi in pericolo di vita perché preso di mira dai manifestanti». Un video diffusi attraverso i social network documenterebbe proprio quel ferimento. Il colpo infatti sarebbe partito mentre i manifestanti stavano caricando i poliziotti con spranghe e ombrelli. Una circostanza che emerge nel video anche se l’agente tiene fin da subito la pistola puntata ad altezza uomo.

Cosa farà la Cina?

Al momento non sembra che la Cina voglia usare la forza per reprimere le proteste ma molto dipenderà dalla piega che prenderanno gli eventi, compresa la vita del giovane ferito. Durante le manifestazioni di ieri gli slogan anti cinesi sono risuonati forti, nonostante la legge sull’estradizione, l’occasione per dare il via alle proteste, sia stata ritirata, ma il movimento pro-democrazia non si è fermato e si sono fatte strada nuove rivendicazioni come quella di un vero suffragio universale.

Nei cortei, oltre a quelli fili cinesi, convivono molte anime e posizioni. Tutti sapendo che nel 2047 (molti temono prima) Hong Kong passerà interamente sotto il controllo di Pechino. Ed ecco che in piazza convivono la richiesta di un’inchiesta sulle violenze della polizia assieme alla solidarietà verso i tibetani, gli uiguri e tutte le minoranze considerate oppresse. Ma soprattutto è la rabbia dei più giovani con difficili speranze di futuro in una città costosissima, un tempio della finanza e dove scorre, ma solo per pochi, un enorme flusso di denaro.

Tags: Cina polizia
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