
«Sudtirolese: Altoatesino di lingua tedesca, originario o abitante del Sud-Tirolo (ted. Südtirol), altra denominazione dell’Alto Adige», dizionario Treccani.
Alto Adige per noi, Sud Tirolo per Vienna, e l’Austria rilancia la proposta del doppio passaporto. Poi la Suedtiroler Freiheit prova a sostenere che il voto del Parlamento austriaco «è un bel segnale e un gesto profondamente europeista». Paroloni sul significato di termini come nazione, popolo, confine. Sui principi di autodeterminazione dei popoli e di configurazione dei confini non in base alla geografia ma all’identità nazionale. Ma solo dove fa comodo a chi rivendica espandendosi e non cedendo territori. Come rifare e possibilmente solo a parole, le due guerre mondiali, e ridefinire la carte geografica dell’Europa e di un bel pezzo di mondo.
Ieri sera, il Parlamento austriaco ha approvato un emendamento con i voti dei popolari Oevp e dell’ultradestra Fpoe con cui viene rilanciato il tema del doppio passaporto per i sudtirolesi. Del resto -ampiamente sottolineato nel corso del dibattito- «lingua, cultura, costumi, fiori sui balconi, musica, eroi nazionali, e persino i poeti: tutto, in Sudtirolo, è timbrato Asburgo». Anche le scemenze? «La provincia di Bolzano è stata annessa all’Italia dopo il 1918». Bontà loro, i parlamentari di Vienna riconoscono che, nonostante il ventennio fascista (ma loro erano nazisti), ‘lo Stato’ ha fatto di tutto per salvaguardare l’identità minoritaria, ma forse loro intendevano lo Stato austriaco. Lo ha fatto certamente l’Italia con tutela giuridica, linguistica ed economica nei nostri concittadini di lingua ladina o tedesca.
«Il doppio passaporto non toglie nulla all’Italia, ma dà qualcosa in più ai sudtirolesi, rafforzando il legame con l’Austria”, aveva dichiarato un anno fa Norbert Hofer al comizio dei Freiheitlichen, il partito secessionista fondato da Eva Klotz. La questione resta calda e le domande aperte molte. Per esempio, come si stabilisce chi parla il tedesco? Attualmente la qualifica di sudtirolese di lingua tedesca deriva da un’auto dichiarazione degli interessati. Per quel doppio passaporto si farà un esame scritto e orale? Esame di appartenenza etnica per un passaporto nazionale? E nel resto d’Europa, tutte le infinite minoranze linguistiche che alla caduta degli imperi o alla fine delle due guerre mondiali si sono trovate dalla parte ‘sbagliata’ dei confini? Quanti Kosovo o peggio in Europa?
Problemi giganteschi e sopratutto provocazione politica tutto interna all’Austria. L’emendamento infatti non è stato votato dai socialdemocratici e altri partiti non di destra presenti in Parlamento, ma viene applaudito dagli ex consiglieri Svp e dalla Suedtiroler Freiheit, il partito di Eva Klotz, che provano a fare gli europeisti. «Un gesto profondamente europeista dell’Austria nello spirito di un’Europa senza confini’». Ma è recita. Più apertamente gli ex consiglieri Svp parlano di «un segnale europeo della patria sovrana Austria». Ed il nazionalismo austro-asburgico diventa palese con la citazione storica: «Un bel segnale a quasi esattamente 100 anni dagli accordi di Saint-Germain che sancirono la divisione dell’Alto Adige dal Tirolo». Dimenticandosi che la controversia sul Trentino-Alto Adige fu dichiarata “definitivamente chiusa”, con la firma della ‘quietanza liberatoria’ di Vienna nel 1992.
Un sondaggio condotto nel 2011 dal Tiroler Tageszeitung vide il 64% degli interpellati dire no al doppio passaporto. Bontà loro, i popolari del giovin e già molto discusso cancelliere Kurz, dell’Oevp, assieme al partito di estrema destra del Fpoe, chiedono la ripresa dei colloqui con Roma e Bolzano prima di qualsiasi Reisepass ai sudtirolesi. Coloro che ricevessero il doppio passaporto, avrebbero tra le altre cose il diritto di voto sia in Italia, sia in Austria, dove potrebbero eleggere il Nationalrat. Già nel settembre del 2018, una prima proposta simile era stata respinta dal governo italiano. Questione anche per l’Unione europea alle prese col ritorno di nazionalismi di stampo autoritario al suo stesso interno.