
Nave Gregoretti ‘svanita’, profughi di serie A e B, doppia Lampedusa
La nave della Guardia Costiera Gregoretti, ferma ormai da tre giorni nel porto di Augusta, e attorno a lei è calato il silenzio, mentre equipaggio militare italiano e profughi salvati sono lasciati a bollire bollire all’imboccatura del porto. Qualcosa non funziona, e da più parti. Stampa silente, Salvini insolitamente muto, opposizione in ferie? Tutti zitti perché non c’è spazio per la stantia e bugiarda polemica con le Ong e la ormai consueta controparte?
Nessuno nel governo, stavolta, che possa incolpare imbarcazioni di nazionalità straniera o qualche Ong. Pattugliatore Gregoretti, barca italiana, anzi, in quanto militare, addirittura suolo italiano. Nulla a che vedere con i ‘taxi del mare’ e balle sui trafficanti d’accordo con le Ong. E’ questa la colpa del silenzio che grava sulla Gregoretti, lasciata cuocere sul mare bollente di Augusta? In questo caso l’ipotesi di sequestro è forte.
Braccio di ferro con l’Europa per accogliere le decine di migranti che sono a bordo, mentre sono centinaia quelli che continuano ad arrivare ogni giorno senza che quasi nessuno se ne accorga. Indegno. Ora qualcuno osserva che Salvini ha mancato più volte gli appuntamenti europei in cui si è tentato di trovare una formula di ridistribuzione chiara e applicabile ogni volta perché non siano i Paesi affacciati sul Mediterraneo a doversi fare carico ogni volta della prima accoglienza senza nessuna garanzia.
‘Legittimo sospetto’, che una regola precisa, concordata tra gli Stati dell’Unione sarebbe un colpo mortale -annota l’Inkiesta- «per chi ha l’occasione ogni volta di mostrare i denti e fare il bullo sulla pelle dei disperati». Qualcuno preferisce lasciare bollire la Gregoretti, i naufraghi e il suo equipaggio per un pugno di voti in più?
Quello chiuso alle navi delle Ong e quello aperto ai barchini che trasportano piccoli gruppi di migranti… Francesco Anfossi su EatWest. «A Lampedusa esistono due porti: uno chiuso, quello che ha cercato di impedire alle navi Sea Watch III capitanata da Carola Rackete e al veliero Alex della Mediterranean Saving Humans di approdare con il loro carico di naufraghi e l’altro aperto come qualunque porto degno di questo nome (porto chiuso a ben vedere è un ossimoro); l’importante che a trasportare i migranti siano barchini di piccole dimensioni non supportati dalle Ong».
Qualche numero senza trucchi ministeriali. Nell’ultimo weekend sono i 130 migranti arrivati in Sicilia su quattro imbarcazioni di piccole dimensioni. Sintesi: quando una nave salva dei naufraghi in mezzo al Canale di Sicilia non può sbarcare, quando arriva un veliero di dieci metri o un barchino carico di migranti, non ci sono problemi.
Il barchino non fa notizia e non permette di accusare le Organizzazioni non governative di violare quel ‘decreto sicurezza’ già contestato alla Convenzione internazionale dei diritti dell’uomo e alle leggi internazionali del mare. Sbarchi solo vicenda politica e disperati di serie A e di serie B. Con un assurdo finale di particolare crudeltà. Profunghi di entrambe le “classi di viaggio” che rischiano la vita. Ma se si è sfortunati e naufraghi, e salvi la vita a fatica, non si approda. Se ti va bene e si superi la sfida mortale attraverso il Mediterraneo, ‘allora si vince il premio dell’approdo’.
Altra considerazione sull’asse franco-tedesco che apriva a una redistribuzione tra i Paesi europei dei migranti soccorsi, fermo restando che questi ultimi devono sbarcare nel porto più vicino. Semplice delegazione tecnica del Viminale col preciso mandato di affondare i tentativi di un documento condiviso. La diplomazia arte del dialogo contro sovranismi a colpi di tweet che di tensione politica si nutrono. Distratti sulla Gregoretti (fin che serve), distratti sulle nomine di alto livello dell’Unione Europea dove l’Italia urlante, «Stato fondatore dell’Europa, non ha raccolto nemmeno un pugno di mosche».