Kosovo caos, l’ex premier inquisito, crimini in una guerra mai finita

Mossa politica per
cancellare il passato

Kosovo caos, l’ex premier inquisito, crimini in una guerra mai finita

Ramush Haradinaj, uno dei comandanti più ‘duri’ delle formazioni Uck della guerriglia albanese contro le forze di Belgrado nella allora provincia serba a maggioranza di popolazione albanese. Dopo le bombe Nato del 1999, Kosovo indipendente e Ramush Haradinaj politico. Sino a diventare premier, sino a ieri. Quando il tribunale lo ha convocato, coinvolto in una indagine su presunti crimini di guerra commessi 20 anni fa dall’Esercito di liberazione kosovaro, l’Uck già citata. La Kosovo Specialist Chambers, che fa parte del sistema giudiziario del Kosovo anche se ha sede all’Aia, istituita per occuparsi dei crimini commessi durante la guerra dall’Esercito di liberazione kosovaro. Ed è questo il bersaglio delle dimissioni e della crisi politica voluta, a contestare l’autorità del tribunale internazionale imposto al Kosovo dai tutori internazionali. Crisi politica cercata dall’inquisito, con elezioni anticipate, ma non è detto.

Riassunto di ostilità
in realtà mai finite

Haradinaj non risulta incriminato, almeno finora, ma le sue dimissioni hanno provocato parecchi scossoni nella politica del Kosovo, paese che non ha ancora ottenuto il riconoscimento della propria indipendenza dalla vicina Serbia e da circa la metà degli Stati Onu nel mondo, con molte esclusioni, alcune nella stessa Ue. L’Italia ha riconosciuto il Kosovo indipendente da subito. «Durante la guerra in Kosovo, combattuta tra il 1996 e il 1999, Haradinaj era un importante comandante militare dell’Esercito di liberazione kosovaro, che combatteva contro le forze serbe di Slobodan Milošević per ottenere l’indipendenza del Kosovo dalla Serbia. Il conflitto fu violentissimo e furono commessi crimini sistematici», descrive il Post. Molte altre cronache di allora sono soltanto sussurrate

Haradinaj, nemici fuori
ma anche tanti in casa

Negli ultimi anni diversi tribunali si sono occupati di processare i presunti responsabili dei crimini di guerra, dopo aver colpito praticamente tutti gli allora leader serbi coinvolti. La parte albanese vincente era rimasta parzialmente ai margini delle attenzioni della giustizia internazionale. Salvo proprio Haradinaj. Già indagato nel 2005, anche allora primo ministro, l’allora Tribunale speciale Onu per l’ex Jugoslavia, che lo processò e poi lo assolse due volte per assenza di testimoni contro in vita. Haradinaj è diventato nuovamente primo ministro kosovaro nel 2017. L’anno di nuove tensioni con la Serbia, la creazione di un esercito kosovaro considerato illegale dagli accordi internazionali, e tensioni sul territorio con le minoranze serbe rimaste isolate in diverse enclavi etniche.

Riepilogo utile di
complessità kosovare

Le dimissioni di Haradinaj, come già detto, sono arrivate dopo la convocazione di un tribunale chiamato ‘Kosovo Specialist Chambers’, che fa parte del sistema giudiziario del Kosovo anche se ha sede all’Aia e che è stato istituito/imposto da Eulex ed Onu Tutori internazionali e pagatori, per occuparsi dei crimini commessi durante la guerra dall’Esercito di liberazione kosovaro. I serbi incarcerati a Scheveningen, in Olanda, e nessun colpevole dall’altra parte? Haradinaj ha chiesto elezioni anticipate per andare all’incasso del voto come vittima. Finora però il presidente kosovaro, altro ex comandante Uck, Hashim Thaçi, non ha sciolto le Camere e non ha nemmeno ipotizzato una data per il voto. Haradinaj intanto ha annunciato la sua intenzione di ricandidarsi, salvo sentenze di colpevolezza: o galera o parlamento.

 

AVEVAMO DETTO

Crimini di guerra, il Kosovo trema

 

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