
Russia-Italia, sovranismo a parole ma sanzioni americane
Il governo italiano ai suoi esordi si espose politicamente verso la Russia di Putin, con l’imperativo di togliere le sanzioni. Il vice premier Salvini non ha mai nascosto la sua simpatia per il leader russo. Ma ora pesa e va di moda il nuovo amoreggiamento con Trump, e non è detto che tanti sovranismi contrapposti non finiscano per dover fare a cazzotti, con l’Ialia a bordo ring, ovviamente. E già qualcuno sostiene che la visita del presidente russo di ieri verrà ricordata per la finta soluzione/illusione dell’emergenza spazzatura a Roma.
«La politica italiana verso la Federazione è ormai ridotta all’osso, anzi a brandelli di osso», denuncia Yurii Colombo, sul Manifesto. Nessuna presa di posizione significativa dalla Farnesina, mentre Conte va avanti a frasi fatte e si ripete a Roma come in ottobre a Mosca con «le sanzioni contro la Russia debbano essere uno strumento ma non un fine per giungere a un compromesso nel Donbass». La ‘cancellazione’ diventa ‘superamento’ e l’Italia di fatto si allinea alle sanzioni dell’Unione europea.
Non solo Italia incerta. Basta pensare alle distanze tra Varsavia e Berlino su North Stream 2, il gasdotto che porterà dal 2020 55 miliardi di metri cubi di gas in Germania dalla Russia scavalcando l’Ucraina che come vittima convince sempre di meno. Ma Putin lo sa bene, vero è che solo qualche settimana fa, visita ufficiale a Roma programmata dei dettagli, ha avuto modo di dire: «Sappiamo che l’Italia è un membro fedele di Nato e Ue e non pretendiamo un suo cambio di orizzonte strategico».
Difficoltà nello sviluppo dei rapporti economici tra Italia e Russia. L’ipotesi di acquisto da parte russa del debito pubblico italiano sussurrata dalla politica delle promesse? Il Corriere della Sera lo chiede direttamente a Putin: «mai discusso con Conte», omettendo di aggiungere che il suo paese non sarebbe mai in grado di fare una tale operazione finanziaria. «Russia sopravvalutata, Pil inferiore a quello italiano nonostante il doppio di abitanti. Il Pil pro capite del Portogallo è due volte quello russo», ci ricorda Colombo. Russia esportatore di materie prime (soprattutto gas e petrolio) e importatore di prodotti finiti e alta tecnologia.
Valutazione di molti, di maggior portata politica l’incontro con Papa Francesco. Putin ambasciatore di un dialogo nel mondo cristiano tra chiesa cattolica e chiesa ortodossa, che un po’ fa sorridere. La Russia del pluralismo convessionale predicato ma supremazia dell’ortodossia praticata. Il patriarcato di Mosca dopo lo scisma con Costantinopoli e Kiev di qualche mese fa, deve affrontare una dolorosa ristrutturazione. Francesco, dicono le cronache, non ha neppure chiesto a Putin di poter visitare nel prossimo futuro Mosca, un evento molto al di là di qualsiasi più rosea speranza per il Vaticano, ma agnosticismo spirituale della Cina «comunista» spinge.