Corea, Kim torna cattivo e (forse) fa giustiziare i negoziatori con Trump

Così ce la raccontano

Corea, Kim torna cattivo e (forse) fa giustiziare i negoziatori con Trump
«Corea del Nord, Kim Jong-un fa giustiziare i negoziatori del fallito vertice di Hanoi con Trump (reuters». Nessun verbo al condizionale nel lancio della agenzia britannica che certamente non ha un suo ufficio a Pyongyang con suoi giornalisti testimoni, ma che rilancia notizie diffuse in Corea del Sud da fonti non particolarmente accreditate e non amiche dell’imprevedibile presidente-dittatore del nord, che forse è meno matto di quanto qualcuno vorrebbe farci credere.

Bugia compro bugia vendo

La ‘notizia’ dal quotidiano della Corea del Sud, ‘Chosun Ilbo’, rilanciato dalle principali testate Usa. «La Corea del Nord ha giustiziato l’inviato speciale per gli Usa Kim Yong Chol per il fallimento del vertice di Hanoi, in Vietnam, lo scorso febbraio, tra il dittatore di Pyongyang Kim Jong-un e il presidente americano Donald Trump». Trump fa il duro e il povero Kim Hyok Chol ci lascia la testa? Un Kim quasi troppo ‘cattivo’ per essere credibile, ma la ‘notizia’ intanto attraversa il mondo.

La stampa di Seul

In passato la stampa sudcoreana e il «Chosun Ilbo» in particolare hanno dato per giustiziati personaggi della nomenklatura nordcoreana che poi sono tornati in pubblico (la cantante «ex preferita» di Kim e il capo delle forze armate, che godono ancora oggi di ottima salute). La stampa sudcoreana quando scrive di Nord Corea cerca sempre notizie a sensazione, difficili da verificare e le loro fonti potrebbero essere/sono spesso «intossicate» dai servizi segreti per loro oscuri obiettivi.

Sterminio diplomatico

Kim Hyok Chol sarebbe stato ucciso a marzo insieme ad altri 4 funzionari del ministero degli Esteri di Pyongyang coinvolti nei lavori del vertice. La fonte del quotidiano di Seul ha riferito che a un quinto funzionario, Kim Yong-chol, interlocutore del segretario di Stato Mike Pompeo che ha incontrato a Washington (dove è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump), è andata di lusso coi lavori forzati, mentre la signora Kim Song-hye è finita in un campo per prigionieri politici.

Chi sbaglia (forse) paga

Kim Yong-chol, secondo un dispaccio di inizio aprile della agenzia ufficiale coreana Kcna sulla sessione plenaria dell’Assemblea suprema del popolo, era entrato nella potente commissione sugli Affari statali, presieduta dal leader, con altri esponenti di primo piano della missione in Vietnam. Tuttavia, alla fine dello stesso mese, sia lui sia la sorella del leader, Kim Yo-jong, non risultavano nella delegazione che a Vladivostok ha partecipato al summit tra Kim e il presidente russo Putin.

‘Rodong Sinmun’, voce del Partito

Il quotidiano Rodong Sinmun, la voce del Partito dei Lavoratori, ha preso di mira gli “atti anti-partito e anti-rivoluzionari” contro il leader. «Agire come uno che riverisce il leader ma sogna qualcosa d’altro quando si gira, è un atto anti-partito e anti-rivoluzionario che getta via la fedeltà morale verso il leader, e tali persone non eviteranno il giudizio severo della rivoluzione. Traditori e ribelli che memorizzano solo parole di lealtà verso il leader in base alla situazione del momento».

Antipartito o antinotizia?

Forse tutto l’inverosimile può realmente accadere nel Nord Corea di Kim Jong-un, ma certamente tutto l’indicibile sta accadendo nel mondo del giornalismo internazionale ormai precipitato nella trappola web del ‘prendi e rilancia’, poi verificheremo. Dalla Corea del mistero, espressioni come “anti-partito”, “anti-rivoluzionario” rimandano alle turbolenze interne 2013, quando Kim ‘fece giustiziare’ (?) Jang Song-taek, suo zio e numero due, con l’accusa di alto tradimento.

 

INOLTRE…

Le purghe di Kim, quelle vere, quelle inventate. E perché adesso?

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