Romania shock: flop del governo, arrestato il leader Psd

Romania referendum anti corruzione
In carcere il potente Liviu Dragnea

Romania shock: flop del governo, arrestato il leader Psd
Una partecipazione alle elezioni europee senza precedenti, di fatto un voto contro l’attuale maggioranza di governo composta dall’ibrido Pds-Alde, socialdemocratici e liberali in versione locale, col centrodestra che chiede elezioni anticipate. Botta politica, e subito dopo quella giudiziaria. Lunedì la sentenza definitiva che ha ha portato in carcere il leader dello stesso partito socialdemocratico e presidente della Camera dei Deputati, il potentissimo Liviu Dragnea, che dovrà scontare 3 anni e 6 mesi per abuso d’ufficio, falso e corruzione.

Politica e corruzione

Tante novità assieme. Procediamo con ordine. Doppie elezioni in Romania, europee e referendum sulla corruzione, giudizio popolare sulle riforme del codice penale portate avanti a colpi di ordinanze d’urgenza dal governo proprio per salvare dalla galera il loro leader, la valutazione diffusa. Ed il voto popolare è stato netto e contro: chi sbaglia paga e niente sconto, di fonte ad un Paese che immiserisce per corruzione diffusa e inarrestabile. Ed ecco la ragione vera del boom di partecipazione popolare (49.26%) ad elezioni anche europee solitamente trascurate.

Partecipazione per rabbia

Oltre il doppio di votanti rispetto alla tornata del 2014, ed è subito allarme politico interno. Il Psd al 22.85%, è stato superato ampiamente dal partito Liberale a quota 26.71%. Rischio effetto 5stelle italiano, da primi a terzi, «quasi scalzati dal posto d’onore dalla neonata coalizione di centrodestra composta da UsR, Unione Salvati Romania, e Plus, partito fondato qualche mese fa dall’ex primo ministro Ciolos che alla sua prima apparizione ufficiale ha raggiunto l’ottimo risultato del 21.49%», annota Gianluca Falco sul Manifesto. L’Alde rumeno dell’ex premier Tariceanu, sepolto sotto un misero 4.1%, ed è funerale politico.

Voto europeo batosta in casa

Voto europeo ma valore politico in casa, che vede dissolvere la maggioranza. Destra che chiede elezioni anticipate e un consolatorio 6.74% raggiunto dal partito dei dissidenti di sinistra, tutti contro la politica prepotente di Liviu Dragnea, ora il galera. E qui la straripante volontà popolare al referendum, l’80% dei consensi. Due i quesiti: vietare l’amnistia e la grazia per reati legati alla corruzione, e contro le ordinanze di urgenza che riguardano i reati penali. Scacco matto alla corruzione e al Psd privatizzato dall’irriducibile Dragnea.

Una condanna tira l’altra

Condanna definitiva di Liviu Dragnea, e incarcerazione eseguita, in attesa di un’altra sentenza definitiva, sempre per reati legati alla corruzione. Il reato contestato, modello drammaticamente diffuso non solo in Romania di corruttela politica. Dragnea era accusato di abuso d’ufficio, falso e corruzione per aver imposto a un istituto pubblico l’assunzione di due militanti del partito, stipendiate senza aver mai prestato nemmeno un giorno di servizi. Qualcosa dei simile, coincidenza Europee, al parlamento di Strasburgo, per le presunte segreterie e di molto assenti ma molto noti euro deputati.

Premier Viorica Dancila orfana

Ma rimaniamo in Romania e all’ex potente premier. I giudici, lunedì hanno confermato i capi di accusa e la pena di tre anni e sei mesi con esecuzione immediata. Sconfitto sonoramente alle elezioni e senza quello che, Luca Falco, definisce “l’uomo politico più influente di tutto il paese”, il Psd cerca di riorganizzarsi. La premier, Viorica Dancila, sino a ieri semplice voce di Dragnea, dichiara, “niente dimissioni”.  Il presidente della Repubblica Iohannis, spinge quantomeno per un rimpasto, pressato dall’opposizione che chiede elezioni anticipate sull’esempio greco (e forse italiano). Questo nel corso del mese finale ma ruggente della presidenza rumena del consiglio europeo.

AVEVAMO DETTO

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