
È morto Gianni De Michelis, ex ministro del Psi di Craxi
Nel governo De Mita è vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri nel VI governo Andreotti nel 1989, anno della caduta del muro di Berlino e della riunificazione tedesca, che De Michelis considera «la pietra angolare sulla quale costruire il nuovo edificio di un’Europa unita». Da ministro degli Esteri deve affrontare l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq il 2 agosto 1990. Nell’aprile 1991 Andreotti, alla guida del suo VII governo, riconferma De Michelis alla Farnesina. Sempre da ministro degli Esteri, De Michelis ha firmato per l’Italia il Trattato di Maastricht. Molti lo ricordano anche per le sue passioni mondane: amava andare in discoteca, corteggiare le donne e portava i capelli lunghi.
Gianni De Michelis, si è spento a 78 anni all’ospedale S.Giovanni e Paolo di Venezia dopo una lunga malattia. Un protagonista della nostra storia politica recente, a cavallo tra il rapimento e uccisione di Aldo Moro nel ’78 e dopo il crollo del muro di Berlino dell’89. Agli atti della storia, la sua firma in calce al Trattato di Maastricht insieme a quella del ministro del Tesoro dell’epoca, Guido Carli. Ma la vera intuizione politica, tutta sua, quando nell’85 riunì tutti i ministri del Lavoro dei Paesi mediterranei a Tunisi, avvertendo: «Arriveranno sulle nostre coste a nuoto e nessuno potrà fermarli» disse allora, e non c’era ancora l’emergenza. Poi, alla conferenza dell’Ocse di Roma del ’91 predisse: «L’immigrazione sarà un problema di una gravità pari alla questione ambientale».
Per lui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha usato parole non di circostanza: «Le sue intuizioni e il suo impegno sulla vicenda europea, dei Balcani, del Medio Oriente e del Mediterraneo, hanno consolidato il ruolo internazionale dell’Italia e contribuito alla causa della pace e della cooperazione internazionale». Il grande sogno mancato: sindaco di Venezia. Nell’80, rievoca Gennaro Acquaviva, protagonista di quella stagione politica «si era fissato: voleva fare il sindaco di Venezia. Io gli dicevo: “Gianni, ma tu sei in corsa per fare il ministro, lo capisci? E lui rispondeva: “Ma tu sai cosa vuol dire presentarsi al mondo come sindaco di Venezia?”».