Notre-Dame e gli scalpellini d’Europa

Notre-Dame e gli scalpellini d’Europa

Contrariamente a quanto scrisse Victor Hugo nel suo romanzo, la prima pietra di Notre-Dame non fu posata da Carlo Magno, ma tre secoli dopo, durante il regno di Luigi VII, dal vescovo de Sully nel 1163. Come avvenne per altri monumenti sorti nei luoghi più disparati, le fondamenta furono appoggiate su resti romani e risultarono solidissime. La costruzione durò circa un secolo e fu terminata nel 1250. Da allora la basilica rappresentò un riferimento fondamentale nella vita di Parigi e della Francia. Alla costruzione e a tutti gli altri lavori di completamento che seguirono parteciparono migliaia di ignoti muratori e scalpellini e non soltanto brillanti artisti la cui fama è oggi ricordata. Soprattutto non tutti erano parigini o francesi perché molti provenivano anche da altri paesi e molto probabilmente anche dalla Germania o dall’Italia: erano stati assunti per le loro competenze tecniche e l’esperienza maturata tra le precarie impalcature dei cantieri delle grandi cattedrali che stavano sorgendo in tutta Europa.

I ‘maestri comacini’

In Italia ad esempio, cinque secoli prima della costruzione di Notre-Dame, erano già noti e apprezzati i ‘maestri comacini’, nome dalla loro zona di origine, tra il Comasco, il Canton Ticino e in generale la Lombardia. Avevano girato tutta l’Europa dalla Catalogna alla Renania, sempre impegnati nelle costruzioni di chiese o altri monumenti, o -più semplicemente- alla continua ricerca di un contratto ben remunerato, anche se non sempre legato a un prestigioso edificio. Altrettanto accadde con altri gruppi di muratori e scalpellini provenienti dalla Boemia o dalla Germania che in comune con i primi maestri comacini avevano le stesse esperienze nelle difficili costruzioni o nella lavorazione dei materiali in cantieri che potevano protrarsi vari decenni. Si trattò di vere e proprie migrazioni culturali di specialisti delle costruzioni e della lavorazione della pietra. Nonostante ogni gruppo cercasse gelosamente di tenere segrete le proprie tecniche, le conoscenze però si diffusero ugualmente e così anche l’architettura gotica e le grandi cattedrali.

Mercenari della pietra

Il vero segreto del loro successo probabilmente risiedeva nell’organizzazione interna dei gruppi e nelle articolate conoscenze dei singoli. Ogni appartenente a queste piccole imprese itineranti, spesso sorte da legami familiari, era in grado, in caso di necessità, di svolgere anche un incarico non suo e la costruzione continuava sempre. Il successo provocava anche invidie tra i gruppi locali e non era infrequente che qualche sovrano emanasse degli editti per bandire gli stranieri. A Bolzano ad esempio, nel 1497, l’imperatore Massimiliano stabilì che solo i locali potessero assumere appalti per le costruzioni pubbliche, ma i cittadini fecero pressioni affinché gli scalpellini stranieri rimanessero invece a completare le guglie tardogotiche del duomo: la soluzione fu che i nuovi arrivati furono accolti nelle corporazioni tirolesi ed assimilati nella piccola regione alpina, dove si rafforzarono anche con un’oculata politica matrimoniale.

Dal romanico al gotico nasce l’Europa

L’Europa dell’arte gotica o anche di quella rinascimentale era un continente praticamente senza precisi o rigidi confini territoriali. Spesso per attraversare un ponte era magari necessario pagare una gabella al signore del luogo, ma non venivano respinti stranieri in quanto tali, anche se in varie forme era però esercitato un controllo sugli eretici. Abili artigiani insomma trovavano una collocazione ovunque e spesso una concreta possibilità di ascesa sociale. Il modello organizzativo era appunto quello degli antichi maestri italiani che avevano studiato e sviluppato le forme prima dello stile romanico e poi del gotico soprattutto lavorando sui materiali. Non bisogna nemmeno dimenticare che nel Medioevo, oltre agli scalpellini e ai muratori delle cattedrali, l’altro grande gruppo che fondò la propria identità sulla peregrinazione di città in città e favorì la circolazione delle idee furono gli studenti e vien quasi da pensare che l’Europa sia nata molto prima che qualcuno l’inventasse.

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