
Riesplode l’Irlanda del Nord, scontri con la polizia, uccisa una giornalista
Sull’Irlanda del Nord torna l’ombra del terrore che ha segnato i tre decenni, fra il 1970 e il 1990, di attentati messi a segno dall’Ira contro il governo di Londra. Una giornalista di 29 anni, Lyra McKee, è morta in seguito ad alcuni scontri a Derry tra dimostranti appartenenti -secondo alcuni- a gruppi di dissidenti repubblicani, e la polizia. Secondo le prime informazioni, la reporter che si trovava sul posto per seguire i disordini, sarebbe stata colpita da colpi d’arma da fuoco, mnon si sa sparati da chi. La notizia, riportata da numerosi media britannici, è stata confermata anche dalla polizia. «Posso confermare che in seguito ai colpi sparati questa notte a Creggan, una donna di 29 anni è stata uccisa. Stiamo trattando l’episodio come un incidente terroristico», spiega via Twitter dall’assistant Chief Constable Mark Hamilton.
McKee, secondo un’altra giornalista che si trovava sul posto, era accanto ad una Land Rover della polizia quando è stata raggiunta dai colpi di arma da fuoco, che secondo un altro testimone oculare sarebbero stati sparati da una persona dal volto coperto che sparava contro i mezzi degli agenti. Durante le proteste bombe Molotov sono state lanciate contro la polizia ed alcune auto sono state incendiate. Responsabili dell’azione vuiolente, ‘terreorismo’ la denuncia, un gruppo denominato New Ira. Tutte le forze politiche ad esecrare l’accaduto: “Non vogliamo tornare ai tre decenni di sangue. Sbagliato allora, assurdo nel 2019”.
Gli scontri sono iniziati dopo che la polizia aveva compiuto perquisizioni nelle aree di Mulroy Park e Galliagh, per le indagini sull’autobomba di gennaio. La popolazione ha reagisto scendendo in piazza, a pochi giorni dalle celebrazioni per la rivolta dell’aprile 1916, ricordata come la Pasqua di sangue, quando l’esercito inglese reagì a colpi di cannone contro la dichiarazione di indipendenza dell’Irlanda del Nord, annunciata nel giorno di Pasquetta, il 24 aprile 1916. E riporta alla memoria i tre decenni di attentati terroristici dell’Ira, negli anni ’70, ’80 e ’90, contro il governo britannico.
Nel mirino della polizia c’è un gruppo denominato New Ira ritenuto responsabile del riacutizzarsi della violenza negli ultimi mesi. E c’è il timore che i recenti attacchi potrebbero essere usati per soffiare sul fuoco della rivolta nell’attuale turbolenza politica sull’Irlanda del Nord e il suo confine con la Repubblica d’Irlanda causato dalla Brexit. Michelle O’Neill, il vice leader del partito repubblicano irlandese Sinn Fein, ha condannato i responsabili dell’omicidio. “Il mio cuore va alla famiglia della giovane donna uccisa dai cosiddetti dissidenti”, ha scritto su Twitter. “Questo è stato un attacco alla comunità, un attacco al processo di pace e un attacco all’Accordo del Venerdì Santo”, ha aggiunto, pur chiamando alla calma.
Gli scontri hanno ricordato molto i cosiddetti Troubles, l’insieme di violenze, attentati che dalla fine degli anni Sessanta e per circa 30 anni causarono la morte di 3.600 persone in tutta l’Irlanda del Nord. Le due grandi parti del conflitto erano gli unionisti, per la maggioranza protestanti e favorevoli alla permanenza dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito, e i repubblicani, cattolici e favorevoli invece all’unificazione con la repubblica d’Irlanda. Entrambi gli schieramenti potevano contare su formazioni paramilitari: l’IRA, legata ai repubblicani del partito Sinn Féin, e l’Ulster Defence Association, legata agli unionisti dell’Ulster Unionist Party. Il conflitto terminò il 10 aprile 1998 con la firma degli Accordi del Venerdì Santo, con cui si concordarono le condizioni per la permanenza dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito.