Libia, guai seri, l’Eni evacua il personale italiano

Libia: scontri a 12 km dal centro di Tripoli
(ANSA) – IL CAIRO, 6 APR ore 15,45 – Vengono segnalati anche ad Ain Zara, un quartiere sud-orientale di Tripoli a 12 km in linea d’aria dal centro sul lungomare della città, gli scontri tra forze del generale Kahlifa Haftar e milizie che difendono il premier Fayez al Sarraj. Gli scontri vengono segnalati da tweet del sito “Special Monitoring Mission to Libya” (Smm) che rilancia video e foto dell’emittente “218tv”. Si tratta del punto più vicino alla centralissima Piazza dei Martiri finora menzionato nella descrizione degli scontri.

Il generale, il premier, l’Italia
Guerra di alleanze nel deserto libico

Libia, guai seri, l’Eni evacua il personale italiano
L’Eni ha deciso di evacuare il personale italiano in Libia, dove da mercoledì è in corso l’attacco del generale Khalifa Haftar su Tripoli difesa dalle milizie vicine al premier del Governo di accordo nazionale riconosciuto dall’Onu e sostenuto dall’Italia, Fayez al Sarraj. «Decisione precauzionale», ma assieme simbolica. Il personale italiano dell’Eni in Libia è presente a Tripoli, nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel, a sud. L’evacuazione è avvenuta in raccordo con la Farnesina e il supporto dei servizi segreti presenti in Libia, l’Aise, anche con corpi speciali delle forze armate.

Alla periferia della capitale

Gli scontri alla periferia sud e a quella sud-orientale di Tripoli tra le forze filo Haftar e quelle fedeli al Consiglio presidenziale libico, ripresi questa mattina. Vengono segnalati combattimenti ad Ain Zara, a 12 chilometri in linea d’aria dal centro sul lungomare della città. Valutazione e paura dalla capitale, che tra il pomeriggio di oggi e la giornata di domani ci possa essere lo scontro decisivo per entrare in città, e allora addio ‘Governo di accordo nazionale’. Al momento non risulta del tutto chiaro come si comporteranno le milizie formalmente a difesa della capitale. Secondo fonti libiche, al momento, il fronte di Misurata e di Zintan risulta compatto. «Si attendono le prossime ore per capire se qualcuno abbandonerà il campo», fanno sapere le fonti.

Battaglia di Jufra decisiva

Jufra, città situata nel cuore della Libia. La battaglia per Jufra tra le forze di Misurata e quelle di Haftar, lo scontro prossimo a decisivo, spiegano le fonti di parte militare, sottolineando come la località sia essenziale per i rifornimenti da Bengasi all’Esercito nazionale libico. A cercare di tenere il frontre a terra, oggi è entrata in azione anche l’aeronautica di Tripoli. Le forze di Haftar obiettivo di un attacco dal cielo a sud della capitale. Ovviamente rabbia da parte dei bersagli. «Condanniamo in modo forte il raid aereo che è avvenuto nella regione di Al-Aziziya, circa 50 chilometri a sud di Tripoli, da parte di un aereo che era decollato da Misurata nell’ovest». Per l’emittente ‘al-Jazeera’, l’aviazione militare di Tripoli ha eseguito un raid contro le truppe fedeli al generale Haftar di stanza a Gharian, ad un centinaio di chilometri dalla capitale libica.

Escalation aerea e No-fly zone

Le forze di Haftar, non avendo quasi aviazione (ma anche gli avgersari non stanno molto meglio), lavevano ‘decretato’ una no-fly zone sulla parte ovest del Paese. «La regione occidentale è una zona militare dove l’aviazione è interdetta – si afferma sulla pagina Facebook dell’Esercito nazionale libico-, qualsiasi aereo militare o drone sarà considerato un obbiettivo nemico». Intanto, il ministro dell’Interno del Gan, Fathi Bashagha, ha annunciato il “controllo sulla totalità dell’aeroporto di Tripoli” da parte delle forze di Sarraj. Lo scrive Libya Ahrar. Ieri l’Esercito del generale Haftar aveva annunciato la presa dello scalo chiuso dal 2014, 25 km dal centro di Tripoli e il cosiddetto Checkpoint 27, nella zona di Wershiffana, 30 chilometri ad ovest di Tripoli, per cercare di bloccare la strada costiera verso la Tunisia.

Allarme anche diplomatico

Questa volta anche le ‘feluche’ ammettono l’evidenza. «Profonda preoccupazione» per la situazione in Libia espressa dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. E Parigi e Roma mettono da parte le storiche divisioni: «Ore drammatiche, cessino le ostilità». Il generale Haftar che continua a marciare verso Tripoli, ha sconvolto la riunione dei ministri degli Esteri del G7 in corso a Saint-Malo, in Francia. «Immediato cessate il fuoco», è la richiesta perentoria del G7, di cui la Francia è presidente di turno. E non è un mistero che il generale abbia goduto dell’appoggio dei francesi, insieme a quello dell’Egitto e della Russia. Forse un avvertimento non rituale al generale di scuola ‘gheddafiana’ e di doppia cittadinanza, libica e americana. Tanti legittimi sospetti, assieme a speranze ancora in campo: l’inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamé insiste che la conferenza nazionale prevista per metà aprile resta ancora in programma. Se non sarà guerra totale e se Haftar non sarà il generale che succede al dittatore Colonnello.

 

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