
Clima. Entro la fine del secolo gli oceani del pianeta potrebbero aver cambiato colore. Saranno più blu o di un verde più intenso. Ma la colorazione brillante che fino ad ora poteva essere sinonimo di limpidezza e pulizia dell’acqua rivela invece una brutta sorpresa. Il cambiamento cromatico sarà determinato da quello climatico, lo spostamento verso l’alto delle lancette del barometro porterà conseguenze non troppo rassicuranti.
Questa è la conclusione alla quale sono giunti gli scienziati che hanno lavorato al progetto “Ocean colour signature of climate change”. Si tratta di un team di ricercatori anglo americano, del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e del National Oceanography Centre Southampton, che concentrandosi proprio sui cambiamenti climatici avverte che quest’ultimi “influenzeranno il colore dell’oceano, intensificando le sue regioni blu e quelle verdi. I satelliti dovrebbero rilevare questi cambiamenti di tonalità, fornendo un allarme tempestivo sulle modifiche su larga scala agli ecosistemi marini”.
Gli scienziati del MIT di Boston spiegano da cosa dipende la colorazione dell’acqua marina. “Il colore dell’oceano dipende da come la luce del sole interagisce con qualunque cosa ci sia nell’acqua. Le sole molecole d’acqua assorbono quasi tutta la luce del sole tranne la parte blu dello spettro, che viene riflessa all’esterno.Quindi, le regioni dell’oceano aperto relativamente spoglie dallo spazio appaiono come blu profondo.Se ci sono organismi nell’oceano, possono assorbire e riflettere diverse lunghezze d’onda della luce, a seconda delle loro proprietà individuali. Il fitoplancton, ad esempio, contiene clorofilla, un pigmento che assorbe principalmente le parti blu della luce solare per produrre carbonio per la fotosintesi e meno nelle parti verdi.Di conseguenza, più luce verde viene riflessa dall’oceano, dando alle regioni ricche di alghe una tonalità verdognola”.
La dottoressa Stephanie Dutkiewicz, che ha coordinato lo studio, ha messo in evidenza come la simulazione indica che le regioni blu degli oceani, cioè quelle subtropicali, si impoveriranno delle minuscole alghe (fitoplancton) che li popolano adesso e diventeranno per questo ancora più blu. Le aree più verdi,vicine ai poli, diventeranno di tonalità più marcate perché le temperature più alte favoriranno la crescita di nuove specie di fitoplancton.
Si assisterà dunque ad una migrazione di microrganismi che comporterà conseguenze importanti per le reti alimentari. L’impoverimento del fitoplancton determinerà anche la quantità di cibo disponibile per tutti coloro che traggono dal mare la propria fonte di vita. Una prospettiva pericolosissima perché, come ha ricordato Roberto Danovaro, presidente della stazione zoologica Anton Dohrn, “attualmente quasi un miliardo di persone dipende quasi interamente dal cibo offerto dal mare”