
La settimana americana modello Dottor Stranamore
«È stata una magnifica settimana americana». Alberto Negri oggi ironizza attraverso il Manifesto. Detta meglio, una intera settimana «in mano agli americani». Afghanistan, via di corsa; Venezuela e l’auto proclamato presidente bis alternativo al nemico Maduro con pressioni sull’Europa per farlo riconoscere di corsa. Colpo finale, un prepotente ritorno di guerra fredda a colpi di nuovo missili che tanto aiuteranno l’industria degli armamenti, e che assieme dovrebbe allontanare certi brividi lungo la schiena presidenziale, per colpa dell’inchiesta Russiagate. «Gli Stati uniti ci hanno così servito un menù da Masterchef della storia mondiale. Il tutto in attesa della prossima puntata, il vertice anti-Iran in Polonia».
«Gli Stati uniti ci stanno dicendo che hanno più o meno sbagliato tutto». Fuga dall’Afghanistan, di fatto finalmente finita la guerra al terrorismo iniziata l’11 settembre 2001 dopo gli attentati di Al Qaeda a New York e Washington. 17 anni di guai, arricchita nel 2003 con l’invasione dell’Iraq e la testa di Saddam, e nel 2011 dall’attacco alla Libia di Gheddafi sulla scia di sciagurate Francia e Gran Bretagna. Poi il coinvolgimento in Siria, a combattere un’integralismo Isis creatura degenere.
Ora, «Un colpo di scena geniale: la guerra al terrorismo islamista è stata sostituita da Maduro che secondo il consigliere della sicurezza nazionale John Bolton potrebbe finire a Guantanamo insieme a Khaled Sheikh Mohammed, uno dei padrini di Al Qaeda».
Sbagliato tutto e forse non ci rendiamo neppure conto di quanto, costretti come sempre ad ‘obbedir tacendo’ nella nuova guerra fredda contro la Russia, la vera vincente. La Russia che mantenendo al potere Bashar Assad e annettendosi anche la Crimea, «ha fatto saltare il piano di destabilizzazione mediorientale voluto dall’ex segretario di Stato Usa, la signora Hillary Clinton, dalla Turchia, da Israele e dalle monarchie del Golfo, con l’attivo sostegno di Francia e Gran Bretagna. Se Assad fosse caduto sarebbe stato un duro colpo alla presenza militare di Mosca nella regione e al prestigio dell’Iran, che ha esteso la sua influenza dall’Iraq, alla Siria al Libano. È accaduto il contrario: adesso anche Assad sarà riaccolto nel mondo arabo che lo detestava».
Partita strategica da brividi. Assad, alleato con Teheran, ma dalla parte di Egitto e Arabia Saudita nella lotta ai Fratelli Musulmani la vera partita araba in corso che in molti fanno finta di non vedere. Il generale libico Haftar sostenuto da Russia, Egitto, Francia, Emirati, che si oppone al governo di Tripoli appoggiato dai Fratelli, dal Qatar e dalla Turchia. L’Italia dalla parte sbagliata, nel senso di perdente. «Prima o poi anche per l’inutile governo Sarraj suonerà la campana dell’ultimo giro, un esecutivo riconosciuto dall’Onu ma che non rispetta alcuna regola internazionale e al quale l’Italia si è adeguata con una tragica assenza di lungimiranza». Mentre Putin tagli e cuce complicate zone di influenza tra Turchia, Siria e curdi. Nel frattempo, ritirata Usa promessa ma tutta ancora a verificare, perché a fidarsi di Trump vuole dire essere più matti di lui.
«Agli europei e in particolare all’Italia non è stato detto nulla se non a fatto compiuto. Ancora una volta gli italiani hanno fatto la figura dei camerieri che da tempo non sanno che fare del loro contingente di 900 uomini a Herat dove hanno perso la vita 54 soldati. Ma il Paese sfiora il ridicolo quando litiga, oltre che sui profughi, anche sul Venezuela: non contento di essersi fatto bombardare Gheddafi, il suo maggiore alleato, pretende di dire la sua pure lì dove non contiamo nulla.
Per una volta abbiamo tirato indietro la mano lasciando gli altri a farsi coinvolgere in uno Stato dove probabilmente saranno i militari a decidere la sorte di un Paese affamato e con il più alto tasso di omicidi dell’America Latina (81 ogni centomila abitanti). Auguri all’erede di Maduro, perché non basta il bel faccino di Guaidó a tenere insieme posti del genere».
Ma sarà ancora lo stile Dottor Stranamore il prossimo futuro strategico che ci attende, Trump permanendo con la Nato bistratta ma obbediente al guinzaglio e l’Unione europea segnata dagli utili sovranismi e populismi interni che segue. «Con l’affossamento da parte Usa del trattato sui missili balistici (Inf) l’Unione europea ha dato via libera alla possibile installazione di nuovi missili nucleari americani in Europa, Italia compresa».
«Trump ha annunciato che lancerà nello spazio satelliti con sensori e missili per rendere impossibile un attacco nucleare diretto agli Usa: pazienza se noi qui saremo in prima linea, -conclude Alberto Negri dal Manifesto, oramai arruolato anche su Remocontro-. Speriamo di riuscire a distinguere tra i satelliti Usa e gli Ufo degli alieni che secondo i teorici del paleo-contatto sono tra noi da alcuni millenni. La chioma spaziale di Trump può essere già una prova della loro presenza».