FranceAfrique, colpe antiche e sparate elettorali

FranceAfrique, colpe antiche e sparate elettorali

La Francia, l’Africa e gli utili idioti
E’ oggettivamente arduo spendere parole in difesa della Francia quando si parla di passato coloniale, guerra d’Algeria, affari e spoliazioni, gestione delle periferie, integrazione degli ex colonizzati, fino all’ultimo sciagurato intervento militare in Libia, per molti aspetti all’origine dei flussi e dei morti nel Mediterraneo. Tanto più che Parigi, anzichè rimediare ai guasti e concorrere alla stabilità del Paese, sembra condurre una propria partita di interessi energetici e sfere d’influenza.

È una politica che va sotto l’etichetta FranceAfrique e che dai tempi di Mitterrand ha scambiato la cooperazione per sudditanza e i rapporti amichevoli per occasione di affari e speculazioni a senso unico. Basterebbe fare l’elenco di dignitari di vari regimi che in Francia hanno palazzi, deposti e rifugi dorati o aprire il capitolo delle responsabilità francese nelle stragi etniche in Ruanda e Burundi. La Francia, in questo ambito, non ha nulla da insegnare sul piano etico. E’ concorrenziale alle strategie americane, russe, cinesi su vari scacchieri del mondo.

Raccontare queste cose, peraltro in parte riconosciute pubblicamente da diversi presidenti, compreso Macron, significa fare luce su capitoli oscuri di storia, esattamente come se volessimo raccontare le passate responsabilità italiane in Abissinia, Libia, Grecia, Albania.

Il franco CFA

Altra cosa sono i rapporti commerciali, finanziari di oggi, la cooperazione militare per la quale la Francia paga anche un prezzo alto in termini di vite umane e investimenti, cosi come altra cosa è la collaborazione monetaria per l’utilizzo del CFA, moneta che è fattore di stabilità per i Paesi che ne fanno liberamente uso.
Attaccarsi a questo significa montare polemiche inutili e ridicole, soprattutto sbagliare bersaglio, sprecare parole degne di miglior causa. Era sicuramente più efficace criticare Parigi per la chiusura del confine a Ventimiglia o chiedere alla Francia di contribuire sul serio a una maggiore cooperazione europea sui flussi.

Spararle grosse su cose che si conoscono poco fa solo parte della strategia di governo, il solo modo che si conosce per nascondere mancanza di idee e pochezza di intenti. Ma cosi si fanno solo favori a Parigi, ci si pesta la zappa sui piedi per abbaiare alla luna, con la segreta speranza che Parigi reagisca peggio su Tav, Fincantieri e altro….la logica è antica. Molti nemici, molto onore. Si sa come è finita in passato.

 

AVEVAMO DETTO

De bello gallico Di Maio sul ‘franco coloniale’ da Wikipedia

Ancora ‘Françafrique’

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