Sul clima tutta la follia del mondo: quasi catastrofe, ma ‘poi vedremo’

Festeggiare se la fine del mondo
è rinviata sino ai nostri nipoti?

Sul clima tutta la follia del mondo. I quasi 200 Paesi che avevano firmato l’accordo di Parigi nel 2015 hanno chiuso la Conferenza Onu sul clima, la ‘Cop24’, la Conference of Parties numero 24, a Katowice, in Polonia, con un accordo decisamente poco ambizioso. Qualche buon proposito e pochi impegni vincolanti. E tutto questo nonostante i recenti moniti degli scienziati sull’urgenza di agire per frenare il climate change, -una dozzina di anni prima che si verifichino eventi naturali estremi-, non è stato facile mettere d’accordo tutti i Paesi, da quelli produttori di petrolio a quelli meno sviluppati che vogliono crescere e sono fra i più vulnerabili. Così la risposta non è all’altezza della sfida.

Stupidità della politica internazionale
l’Internazionale della stupidità

Alla fine di negoziati infiniti, partiti il 3 dicembre, si è concordato sul fatto che il 2020 sarà l’anno in cui i paesi presenteranno piani climatici più rigidi. Sempre qualcosa dopo. Mentre il summit Onu del 2019 sul clima -la Cop25- che si terrà in Cile nel 2019 (con un pre-Cop in Costa Rica), sarà / dovrebbe essere l’occasione per i capi di Stato di dimostrare di non essere dei deficienti, e di voler rafforzare gli sforzi entro il 2020. Il ‘Rulebook’, il regolamento di 100 pagine che è stato firmato a Katowice, rende operativo l’accordo di Parigi che indicava l’obiettivo di contenere entro fine secolo l’aumento della temperatura nei 2 gradi, meglio 1,5, rispetto ai livelli preindustriali.

Norme comuni, controlli,
altrimenti interviene l’Onu?

I Paesi -ci dicono- ‘hanno concordato norme comuni che garantiranno maggiore controllo e trasparenza sui progressi dell’azione globale contro il global warming’, ma come? Le nazioni sviluppate hanno promesso di aumentare i finanziamenti per il clima per dare maggior fiducia a quelle più vulnerabili dalle minacce provocate soprattutto dai Paesi più responsabili delle emissioni di gas serra. E il fretta, prova a ripetere Antonio Guterres, il segretario generale Onu: «La scienza ha chiaramente dimostrato che abbiamo bisogno di maggiore ambizione per sconfiggere il cambiamento climatico. D’ora in poi 5 priorità: ambizione, ambizione, ambizione, ambizione e ambizione». Speriamo in bene.

Delusi, Cassandre o realisti?
Mancano impegni e scadenze

Il segretario delle Nazioni unite che deve fare l’ottimista anche per incoraggiamento didattico. Gli anbientalisri veri invece non festeggiano. A parlare per i delusi è Greenpeace secondo cui a Cop24 «non è stato raggiunto alcun impegno collettivo chiaro per migliorare gli obiettivi di azione sul clima, i cosiddetti Nationally Determined Contributions. Non puoi più incontrarti per dire che non puoi fare di più!». Infatti la decisione finale ripete la richiesta di aggiornamenti degli impegni entro il 2020, già formulata a Parigi. «Gli Stati hanno fatto progressi, ma ciò che abbiamo visto in Polonia è una fondamentale mancanza di comprensione dell’attuale crisi», rilancia il WWF, ricordando i soli 12 anni per agire.

Tags: clima Cop Polonia
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