Germania, destra dei Servizi segreti allo scoperto

Se l’ex capo delle spie
si butta il politica ?
Tranquilli, in Germania

Germania, destra dei Servizi segreti allo scoperto
Berlino – «Thomas Haldenwang è il nuovo capo del Bundesamt für Verfassungsschutz (BfV), l’Ufficio federale della Protezione della Costituzione o, più concretamente, il servizio segreto d’informazione interna della Germania», ci informa EastWest. Per maggior comprensione italiana, il corrispettivo del nostro Aise, ex Sisde a antichi uffici politici di infauste memorie.
Per la cronaca. Veniamo a sapere che Haldenwang, funzionario-politico iscritto alla Cdu, prende il posto di Hans-Georg Maaßen, in carica dal 2012 e anch’egli membro dei cristiano-democratici.
Da quelle parti, le appartenenze politiche anche negli alti gradi della sicurezza delle Stato sono dichiarata. Da non si fa finta che siano tutti e sempre apolitici e neutrali.

L’avvicendamento si è svolto in un clima tutt’altro che tranquillo, precisa Manfredo Monfregola, con ‘polemiche cocenti’, «Emblematiche della conflittualità ideologica che dalla politica tedesca si estende ai più strutturali apparati di sicurezza». Crisi politica del ‘centrismo merkeliano’, la campagna anti immigrazione come bandiera contro, ma un po’ troppo di neonazismo risorgente, che, venendo dalla Germania, faremmo bene a preoccuparcene tutti. Ora l’ipotesi di ‘Beobachtung’, di ‘messa sotto osservazione’ del partito Alternative für Deutschland (l’ultra destra accusata di neonazismo) da parte dello stesso Bundesamt für Verfassungsschutz, il servizi segreti che sino a ieri era comandati da un ‘simpatizzante’ ormai dichiarato di quella formazione.

La scintilla di Chemnitz

La sostituzione del capo dei servizi segreti interni, Maaßen, parte da Chemnitz, in Sassonia, dove, dopo una rissa con due immigrati, un cittadino tedesco, un 35enne tedesco-cubano, rimane ucciso.
La protesta anti-immigrazione promossa e resa più aggressiva da estremisti di destra, hooligan e neonazisti, coinvolge una parte della cittadinanza. Rottura in casa Cdu tra il vertice locale che minimizza, e la Merkel che dice chiaro, razzismo. Ed ecco uscire allo scoperto il capo dei servizi interni che di fatto smentisce la cancelliera, prendendo le difese dei poveri semplici holligans di Chemnitz, per niente neonazisti, sostiene, ma solo un po’ teppisti. Il rapporto di fiducia col governo Merkel è spezzato. Maaßen viene promosso al ministero dell’Interno, ma poi rompe anche lì.

Ed ora esce, ‘anonimo’ si fa per dire, un documento in cui l’ex spia si dichiara vitima e di prepara ed entrare direttamente il politica. Con aspetti politicamente quasi divertenti, con i socialdemocratici tedeschi sommersi da accuse di eccessiva morbidezza, che diventano per lui «forze della sinistra radicale». Ma la grana vera è un’altra, segnala EastWest e Lorenzo Monfregola: il ‘radicalismo di sinistra’ citato da Maaßen è una delle specifiche aree in cui lo stesso Ufficio federale della Protezione della Costituzione svolge la sua attività di controllo attraverso il dipartimento numero 5 del BfV.

Ed ecco il ‘legittimo sospetto’. Poco probabile che un funzionario ‘esperto e solido’ come Maaßen voglia scegliere il pensionamento a soli 55 anni. L’area più conservatrice della Cdu, che da tempo si sta preparando al dopo-Merkel, ha già apertamente invitato Maaßen a scendere nell’arena politica. Da parte sua, Maaßen non ha escluso questa opzione, anche se ha voluto puntualizzare che, in quanto membro dei cristiano-democratici da 30 anni, ‘tale vuole rimanere’, ala destra dura ovviamente della Cdu. Risposta indiretta alle esplicite offerte di Alternative für Deutschland: simpatia e vicinanza sì, ma senza esagerare, o almeno, senza farlo troppo apertamente.

Maaßen politico, e se ciò accadrà, e accadrà, come la mettiamo con l’ipotesi di mettere sotto vigilanza costituzionale certi rigurgiti neo nazi nell’AfD? Da anni, un’ampia parte del mondo politico e culturale tedesco spinge perché AfD venga posta sotto Beobachtung per la presenza al suo interno di correnti decisamente neonaziste o negazioniste. Fino a oggi, però, il BfV nazionale guidato da Hans-Georg Maaßen si è mostrato molto cauto nel muoversi contro Alternative für Deutschland. Ora la ormai quasi certa discesa in campo il politica dello stesso ex capo delle spie, come potrebbe influire in questo delicatissimo passaggio di sicurezza costituzionale decisivo per la democrazia tedesca?

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