
L’attivista anti-corruzione uccisa con l’acido sconvolge l’Ucraina
La morte di Kateryna Gandziouk, avvenuta domenica scorsa, continua a scuotere l’Ucraina. Ieri, il funerale nella sua città natale di Kherson, nel sud del paese. Ma da giorni tutta l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica è tornata sulle circostanze atroci della aggressione che dopo mesi di sofferenze ha portato alla morte di Kateryna, una attivista anti-corruzione che aveva denunciato la politica e le violenze della polizia.
Kateryna Gandziouk, 33 anni, è stata aggredita il 31 luglio vicino a casa sua a Kherson. Uno sconosciuto l’aveva spruzzata con un litro di acido solforico, ferite atroci che avano bruciato il 40% del corpo. Una Crudeltà folle e sofferenze indicibili. Durante i tre mesi in cui è rimasta in ospedale, cosciente per la maggior parte del tempo, i medici hanno eseguito undici operazioni purtroppo inutili. Domenica, il cuore di quella giovane donna ha ceduto.
«Difficile sapere quanto durerà questa emozione: la gente qui è abituata a tutti gli orrori», lamenta la giornalista Kristina Berdynskykh. In visita in Turchia, il presidente ucraino Petro Poroshenko prova a promettere giustizia e l’impegno della stessa polizia che Kateryna accusava di corruzione nel trovare assassino e mandanti. Anche Johannes Hahn, Commissario europeo per l’allargamento, ha chiesto giustizia.
Martedì, il procuratore generale, Houri Lutsenko, ha fatto finta di proporre le sue dimissioni, repinte dal partito al governo. Kateryna Gandziouk era nota come una sorta di don Chisciotte che, anche nelle più piccole città dell’Ucraina, guidava la fronda contro le autorità corrotte. Sostenendo la ‘rivoluzione’ di Maidan, ma impegnata nella creazione di media critici, era riuscita a diventare consigliere del sindaco di Kherson, la sua città, 300mila abitanti a est di Odessa. In particolare, aveva accusato il capo di un dipartimento di polizia regionale di chiedere il 3% su tutti i contratti nella regione.
Oltre alla brutalità dell’aggressione, l’indagine aveva già suscitato grandi inquietudini durante l’estate. L’aggressione all’acido, avevano inizialmente cercati da farla passare come semplice “atto di delinquenza”. «Ad agosto, il Procuratore generale, Houri Lutsenko, aveva anche avanzato la pista di coinvolgimento delle organizzazioni separatiste filo russe del Donbass -denuncia il francese Le Monde- quando è di dominio pubblico l’Ucraina del sud è controllata e dominata da gruppi criminali spesso associati alle autorità locali».
Dei circa 40 attacchi registrati in Ucraina contro i militanti anti corruzione dall’inizio dell’anno e con rarissimi arresti, un terzo si è verificato a Odessa, la grande città portuale del sud, vicino Kherson. L’ultimo caso, il 22 settembre, Oleg Mykhalyk, impegnato contro costruzioni illegali in città, è stato colpito alla strada. Ed esce fuori che esiste e che esiste una organizzazione che organizza assassinii ovunque in Ucraina. Cinque sospettati di far parte del gruppo di killer, veterani della guerra nel Donbass e vicini a gruppi ultranazionalisti, sono stati arrestati a settembre. Uno di loro, Serhiy Torbin, è sospettato di aver organizzato l’agguato all’acido contro Katryna Gandziouk.
Mercoledì, in una lettera aperta, settantacinque organizzazioni della società civile hanno chiesto le dimissioni dell’intero dipartimento di polizia di Kherson, ma anche del ministro degli Interni e del procuratore generale, accusati di aver sabotato la riforma della polizia e della giustizia in Ucraina, e di aver contribuito a fare di quelli che si ribellano a decenni di corruzione e crimini, dei bersagli.
(.. accusés d’avoir «saboté» la réforme de la police et de la justice en Ukraine, et d’avoir contribué à faire de ceux « qui se rebellent contre des décennies de comiption et de crimes » des cibles).