
Da Gerusalemme No a Netanyahu. Il partito del premier israeliano, il Likud, è uscito sconfitto dalle elezioni amministrative nelle principali città del Paese ieri, martedì 30 ottobre. Un test significativo in vista delle elezioni politiche previste nel 2019. A Tel Aviv e a Haifa hanno vinto i laburisti, a Gerusalemme invece nessuna forza ha raggiunto il 40% e si va quindi al ballottaggio, in programma il 13 novembre prossimo. Ma la formazione e il candidato di Netanyahu non saranno in corsa, ed è segnale politico preciso. Festeggia Avi Gabbay, segretario dei laburisti: «i risultati indicano che gli israeliani vogliono un cambiamento». Significativo anche l’aumento dell’affluenza al voto, + 10 per cento.
Il risultato più significativo a Gerusalemme, la capitale contesa tra israeliani e palestinesi dove la partita politica era tutta in casa ebraica, dato il boicottaggio completo delle elezioni da parte dei palestinesi di Gerusalemme Est che rappresentano circa il 30% degli aventi diritto al voto. Politicamente pesante la sconfitta del candidato del Likud, Zeev Elkin. Anche se, da un altro punto di vista, c’è poco da ridere. Al ballottaggio il laico Ofer Berkovitch, contro l’esponente della destra religiosa Moshe Leon, sostenuto dal ministro della Difesa Avigdor Lieberman. Consiglio municipale dominato dagli ultra-ortodossi, 17 seggi su 31, mentre alla destra laica del Likud e partiti minori solo 5 seggi.
L’anno prossimo è previsto il voto parlamentare. I sondaggi danno ancora per favorito il partito del primo ministro, anche se al centro anche di alcune inchieste giudiziarie per reati comuni, corruzione e dintorni, ma il laburista Gabbay adesso spera in una possibile rimonta. I laburisti festeggiano soprattutto la vittoria della candidata ad Haifa, Einat Kalisch-Roten, che ha sconfitto il sindaco uscente, al potere da 15 anni, Yona Yahav. La Kalisch-Roten sarà la prima donna a governare una città di grosse dimensioni in Israele. Il rinnovamento imposto dal leader Gabbay, con più giovani e più donne candidati e protagonisti, comincia quindi a dare i primi frutti.