
Ansa – ‘La Bulgaria ha espresso soddisfazione per il voto positivo del parlamento macedone all’accordo con la Grecia sul nuovo nome (Macedonia del nord) e alle relative modifiche costituzionali, sottolineando che ciò apre la strada al processo di integrazione euroatlantica del Paese ex jugoslavo.
Anche il presidente del Kosovo Hashim Thaci si è detto soddisfatto del voto del parlamento di Skopje. In dichiarazioni postate su Facebook, Thaci ha sottolineato che “la Macedonia ha scelto la via dell’integrazione euroatlantica, compiendo un grande passo avanti verso il rafforzamento della pace nell’intera regione”.
Fronte albanese schierato. A fine settembre Tirana aveva esorta gli albanesi di Macedonia, circa un terzo della popolazione, a votare per il “si”. “Ogni albanese (a Skopje) deve capire che se non vota per sostenere il referendum, tradirà la sua casa e la prossima generazione di macedoni e albanesi”, ha dichiarato il premier Rama.
Ansa – Hanno preso ufficialmente il via a Bruxelles i negoziati di adesione alla Nato della Macedonia. La prima sessione di colloqui nei quartieri generali dell’Alleanza, dove il Comitato per l’integrazione della Nato discuterà di aspetti politici, legali e militari con la delegazione macedone guidata della vicepremier Radmila Sekerinska-Jankovska’.
Con due giorni di anticipo sulle decisioni sofferte del Parlamento macedone (i voti necessari contati), con grossi sponsor attorno, dopo che la Macedonia era stata di fatto una decisiva base per l’attacco Nato alla ex Jugoslavia di Milosevic nel 1999. Skopje aveva ricevuto l’invito ufficiale ad entrare nella Nato lo scorso 12 luglio.
Fortissime pressioni dai due fronti opposti. La denuncia di compravendita di voti da parte Usa e presunte pressioni russe e turche denunciate dai governi macedone e greco. Ora, per la operatività dell’accordo sul cambio di nome e per tutto ciò che ne consegue, manca il voto del Parlamento greco, partita politica non scontata, e tappe successive anche a Skopje, con le successive e necessarie modifiche costituzionali, quindi verso il nuovo anno.
Problemi anche in casa greca dove, nei giorni scorsi è stato costretto alle dimissioni il Ministro degli esteri Kotzias, il padre del Trattato di Prespes, dopo lo scontro con l’alleato di governo Panos Kammenos, Ministro della Difesa e Presidente del partito nazionalista di destra ANEL.
Qualcuno accortamente osserva che ‘Nuova Democrazia’ e ‘Pasok’ all’opposizione che hanno annunciato il loro voto contrario all’accordo con Skopje, saranno i molto probabili vincitori delle prossime elezioni greche.