
A Cipro i tesori degli oligarchi russi. Era Venerdì Santo, vigilia di Pasqua, quando il Tesoro degli Stati Uniti impose sanzioni all’oligarca russo Viktor Vekselberg. E a Cipro, isola Ue nel mare delle regole bancarie europee, scatta l’allarme rispetto ad uno dei suoi maggiori clienti, racconta il serioso Wall Street Journal, come se fosse un giallo. L’isola, da lungo tempo il paradiso preferito del denaro d’avventura dalla Russia, stava diventando il bersaglio di un’offensiva americana per colpire gli alleati di Vladimir Putin che attraversano l’Europa.
Sono così tanti soldi russi che entrano nell’Unione Europea attraverso Cipro che la piccola isola di un milione di persone appare nelle statistiche internazionali come il maggior destinatario netto di investimenti diretti esteri dalla Russia. Un’area-riciclaggio di denaro sporco, in cui la Banca centrale europea ha un’autorità limitata.
Cipro ma non soltanto, in questa sorta di guerra economica agli oligarchi russi nel tentativo di indebolire Putin. I Paesi sulla periferia dell’Europa, che comprende anche Malta e Lettonia, sottoposti a un’enorme pressione per far cadere lucrosi clienti russi, scrive il WSJ. Problema, che Mosca è considerata molto positivamente qui, come un grande potere disposto a proteggere il paese dalla Turchia, che ha occupato il nord dell’isola dal 1974. I banchieri ciprioti ritengono le pressioni Usa ingiuste.
Perché Cipro e non le piazze economiche di Germania o Francia? Per decenni, Cipro è stata una delle grandi porte del mondo per le fortune grigie dei depositanti russi che vanno dai commercianti di armi alle ditte di giochi d’azzardo, dai miliardari della fortuna e dai siti web pornografici.
Potenti attori della sfera post-sovietica. Tra questi, .lo ricordiamo bene noi ‘balcanici’, l’allora presidente serbo Slobodan Milosevic. Clienti con valigie piene di soldi all’inizio degli anni ’90, arricchendo le banche pop-up. Entro il 2010, i depositi totali nelle banche di Cipro erano circa cinque volte la produzione economica annuale del paese. Solo un’altra economia, il Lussemburgo, aveva una quantità di denaro più sproporzionata rispetto alla sua economia reale, nelle sue banche.
Ma nel 2013, il sistema bancario gonfio di Cipro è rimasto vittima della crisi finanziaria dell’Europa. Salvataggio dall’Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale che costringono i ‘grandi depositanti’ nelle banche cipriote, compresi molti ricchi russi, l’acquisto di azioni bancarie a perdere, il ‘bail-in’.
Cos’è accaduto? “Per sbarazzarsi dei soldi russi, hanno dato le banche ai russi”, ironizza il WSJ. Tra questi buovi banchieri ‘russo-ciprioti’ anche l’ex agente del KGB e neo imprenditore minerario, Vladimir Strzhalkovsky, ormai nel consiglio di amministrazione della Bank of Cyprus. Più o meno nello stesso periodo, l’investitore americano Wilbur Ross, ora segretario al commercio negli Stati Uniti, guidò l’acquisto di una quota del 15% nella banca e divenne vice presidente.
Ma il duo Ross-Strzhalkovsky, non ha convissuto a lungo. Nel 2015, Mr. Ross scopre che il signor Strzhalkovsky non avrebbe perso antichi vizi e trucchi da scuola Kgb, o forse lo hanno aiutato a scoprirlo.
Virtuosità bancaria recente e sospetta quella di Mr. Ross, 2017, quando viene nominato dall’amministrazione Trump, Segretario al Commercio. Da allora, la pressione degli Stati Uniti sul sistema bancario cipriota è stata in progressiva escalation. Così accade che depositi bancari si sono ridotti, ma sono ancora pari a tre volte l’economia di un paese che decenni fa faceva affidamento sulla vendita dei cetrioli per riempire le casse del governo. «La Russia ha costruito questa economia», denuncia un funzionario della banca, lamentando che alla banca -all’intera Cipro- viene chiesto di tagliare, dei cacciare i suoi migliori clienti.
«We can’t go back to growing cucumbers», non possiamo tornare ai cetrioli in crescita, la tradizione possibile, con doppio senso del Wall Street Journal.