Giudice forse stupratore, la politica assolve, l’Fbi indaga – A Baghdad se sei donna emancipata muori

Kavanaugh, la politica dice sì
ma poi chiama il campo l’Fbi

Giudice forse stupratore, la politica assolve l’Fbi indaga . La candidatura di Brett Kavanaugh a giudice della Corte suprema è stata approvata dalla Commissione giustizia del Senato Usa per un solo voto, ma a sorpresa si apre la possibilità di una vera inchiesta, delega all’Fbi, sulle accuse di tentato stupro sostenute sotto giuramento dalla professoressa Christine Blasey Forde. La politica sembrava aver imposto le sue regole, con il fronte repubblicano a favore del giudice ultra conservatore (e forse violentatore), contrari i democratici, che hanno abbandonato l’Aula. Poi l’inatteso pentimento. Il senatore repubblicano dell’Arizona, Jeff Flake, che aveva votato per l’assoluzione politica del giudice, assieme alla senatrice dell’Alaska Lisa Murkowski, hanno minacciato di votare contro il giudice in assenza delle indagini federali. Rinvio dunque della nomina fortemente voluta da Trump, forse una settimana, forse un addio per sempre perché è esplosa la questione femminile.

Questione femminile

Il ‘pentimento’ del senatore Flake che avevano assolto il candidato giudice, dopo che due donne, Maria Gallagher e Ana Maria Archila, entrambe vittime di violenza sessuale, lo avevano affrontato mentre usciva dall’ascensore. «Con il suo voto lei mi sta dicendo che la violenza che ho subito non ha importanza – gli ha detto Gallagher mentre Flake restava a testa bassa – Mi guardi in faccia: lei ci sta dicendo che le violenze che abbiamo subito non contano». Per quasi quattro minuti Flake è stato costretto al confronto. Dopo, ha deciso di chiedere un’inchiesta. In precedenza il senatore, nonostante credesse alle parole della professoressa Ford, l’accusatrice, ma non avendo prove inconfutabili, non si sentiva di rifiutare la nomina di Kavanaugh. Ora un’investigazione dei federali, a lungo richiesta sia dalla professoressa Ford che dai democratici ma sempre rifiutata dai repubblicani, prima della seduta plenaria dal Senato che dovrà prendere la decisione definitiva.

Donna emancipata in Iraq muori

La modella e blogger irachena Tara Fares, eletta nel 2015 Miss Bagdad, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco nella capitale, mentre era nella sua auto. Ventidue anni, di Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno, Tara era spesso a Bagdad per lavoro. Il suo account di Instagram, uno dei più popolari in Iraq, era seguito da più di due milioni e mezzo di persone. Nonostante la giovane età, era già diventata un simbolo per l’emancipazione della donna. Il suo assassinio segue una serie di altri femminicidi che hanno colpito l’Iraq nell’ultimo periodo: due giorni fa a Bassora, nel Sud del Paese, un’altra donna, Suad al Ali, a capo di una organizzazione non governativa per la documentazione delle violazioni dei diritti umani, è stata uccisa da colpi di arma da fuoco. In precedenza, Rasha Hasan e Rafif Yassiri, note per il loro impegno civile, erano state uccise in maniera analoga. Assassini mirati, per il deputato iracheno Fayeq Shaykh Ali, “che colpiscono la bellezza, il successo, la libertà di spirito, la civiltà”.

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