Turisti o agenti segreti russi? Troppe strane spie nel caso Skripal

Spie vere o spie finte
contro spia traditrice

Turisti o agenti segreti russi? Inchiesta giornalistica a raffica, tre pezzi sparati da fronti apparentemente opposti, senza lasciare vie di fuga, e i sospetti sulla storiaccia di tentato omicidio per vendetta spionistica postuma, invece che diradarsi si infittiscono. Nelle ultime due settimane il sito inglese Bellingcat e quello russo The Insider hanno pubblicato ben sei pezzi sui due cittadini russi accusati di avere tentato di uccidere l’ex spia russa Sergei Skripal a Salisbury, nel Regno Unito, lo scorso 4 marzo.
I due presunti killer mancati, sono stati identificati dalle autorità britanniche con i nomi stampati sui passaporti, Alexander Yevgenievich Petrov e Ruslan Timurovich Boshirov. I due -nel frattempo scomparsi- sono accusati di tentato omicidio con l’uso di Novichok, agente nervino della Russia sovietica, nell’avvelenamento di Skripal e di sua figlia. Ora, gli improbabili Petrov e Borishov si trovano in Russia, per improbabile estradizione.

I due russi accusati da Londra del tentato omicido Skripal

Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie

L’inchiesta di Bellingcat e The Insider -molto fortunata- si basata su documenti riservati capitati (?) nelle loro mani, con dossier sulle identità dei due sospetti, secondo cui i due ricercati da Londra sarebbero agenti operativi dell’intelligence militare russa, più conosciuta con la sigla Gru, il ‘Direttorato principale per l’informazione’, l’agenzia di spionaggio di cui faceva parte Skrypal prima del tradimento.
L’inchiesta, ricca di particolari, sostiene che uno dei due, sarebbe il colonnello Anatoliy Chepiga, agente insignito della più alta onorificenza nazionale russa, la medaglia di Eroe della Federazione Russa, che viene consegnata direttamente dal presidente russo Vladimir Putin. Fin dai giorni successivi al tentato omicidio di Skripal e sua figlia, il governo russo aveva negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda e aveva definito “paranoia” le accuse che gli erano state rivolte da diversi governi europei, tra cui quello britannico.

Smentite poco convincenti

Petrov e Boshirov, veri o finti che siano, in una intervista a Russia Today, sostengono di essere normali cittadini russi, di non avere nulla a che fare con l’intelligence e di essere andati a Salisbury per turismo. Poco convincente l’alibi, come sospette sono le ‘fonti’ delle inchieste di Bellingcat e The Insider basata su dossier personali dei due da un database governativo, inclusa la carta di identità per circolare in Russia. Inusuale la diffusione dei documenti e inusuali i documenti stessi.
L’assenza di documenti d’identità precedenti, come di persone mai nate; un timbro con la scritta: «Non si fornisce alcuna informazione»; una nota scritta a mano che diceva S.S., abbreviazione di di “sovershenno sekretno”, espressione russa per top secret. Descrizione quasi fumettistica di una spia. Il sito russo Fontanka scopre che i passaporti di Boshirov e Petrov erano successivi uno all’altro. Il quotidiano Novaya Gazeta scrive che un numero scritto a mano sul documento misteriosamente diffuso, corrisponde ai telefoni del distretto di Mosca, dove si trova il quartier generale dell’intelligence militare russa.

Anatoliy Vladimirovich Chepiga

Borishov, alias colonnello Anatoliy Vladimirovich Chepiga, agente della Gru decorato e con grande esperienza alle spalle. Addestramento dei marine e dei “specnaz”, i corpi speciali russi.Tre volte in Cecenia e più di 20 medaglie al valore militare. Nel 2014 ricevette la più alta onorificenza dello stato russo in una cerimonia privata per i gesti di eroismo coperti dal segreto di stato. E ne esce fuori un colonnello Anatoliy Vladimirovich Chepiga rispetto a cui a cui James Bond fa la figura del chierichetto. Salvo poi la scemenza di quel viaggio a Salisbury con un po’ gas nervino che porta la firma ‘Made in Russia’.
Ad aiutare l’inchiesta spunta anche un’agenzia di sicurezza dell’Europa occidentale -non poteva non esserci- che riferisce di un arresto di Petrov e Borishov in territorio olandese. Fonti di polizia dissero allora di un tentativo di infiltrarsi nel Laboratorio Spiez per la protezione contro minacce nucleari, biologiche e chimiche che stava lavorando sugli attacchi chimici compiuti in Siria. E la strana storia di spionaggio chiude il suo cerchio, a volerci credere o meno. Pronti per il prossimo attacco chimico in Siria, ad Idlib.

AVEVAMO DETTO

GB, altro caso Skripal col nervino ma senza spia

Agente ‘Zigzag’ spia di Londra prima di Sergei Skripal

 

Tags: gas Siria Skripal
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro