
Il Tesoro di Gheddafi, il figlio Saif, la Francia e Sarkozy. Il figlio di Gheddafi in una lettera, ha ribadito che la campagna del candidato all’Eliseo nel 2007 è stato finanziato dalla Libia, riferisce Le Monde. La prima rivelazione in una intervista a Euronews del 16 marzo 2011, quando il secondo figlio del leader libico parla per la prima volta del finanziamento libico della campagna di Sarkozy, quattro anni prima. «Nicolas Sarkozy deve restituire i soldi» disse allora, molto arrabbiato.
‘Sette anni più tardi e tre dita in meno’ -macabro Le Monde-, dita tagliate dai miliziani di Zintan che lo avevano arrestato nel deserto libico nel novembre 2011 e che lo hanno tenuto in carcere sino al giugno 2016, l’ormai ex giovanotto Saif al -Islam Gheddafi si è deciso a rispondere alla giustizia francese. Anche se lui è ancora ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità. Gli avvocati che difendono Saif e garantiscono che Gheddafi ne è effettivamente l’autore.
Sarkozy rivale di Dominique de Villepin, con il Gheddafi sopravvissuto che la scelta a favore del marito di Carla Bruni. 2 milioni e mezzo di euro. Dettagli: «Il signor Sarkozy ha inviato un rappresentante, Claude Gueant, per ricevere i soldi; e ho appreso da Bechir Saleh che aveva ricevuto denaro nel suo ufficio. Bechir Saleh mi ha informato raccontandomi un aneddoto; la valigetta che non riusciva a contenere la somma, e Claude Guéantche ci monta sopra per chiuderla»
Claude Guéant, l’ex segretario generale dell’Eliseo, che sarebbe quindi tornato in Francia con quella somma, nega. «Mr. Gheddafi ha sete di vendetta e sta cercando di incolpare Nicolas Sarkozy, l’architetto principale dell’intervento militare in Libia, e i suoi collaboratori». Ma Said insiste. I contatti erano iniziati a margine delle trattative per l’acquisizione di Airbus da parte della Libia nel 2006. Ripresa delle relazioni commerciali e la firma di diversi altri importanti contratti di armi.
Da un lato, il franco-libanese Takieddine, che afferma di lavorare per Nicolas Sarkozy, allora ministro degli Interni, e colloqui con Abdallah Senoussi, leader libico dell’intelligence militare. Dall’altro, i ‘Chiraquiens’ (la destra di Chiraq), che mandano a Saif al-Islam l’uomo d’affari franco-saudita Mansour Ojjeh, a capo del gruppo TAG. Quest’ultimo cercò dapprima di imporre la Sofresa, quando poi «il signor Sarkozy inviò un rappresentante, Claude Gueant, a prendere i soldi».
Saif Al-Islam Gheddafi sostiene di aver introdotto Bechir Saleh per questo riavvicinamento franco-libico e la firma dei contratti, per il reattore nucleare della compagnia Areva e tutte le altre strutture su richiesta del governo libico. Dalla Francia qualcuno chiede ‘aiutini’ per Villepin, ma i libici scommettono su Nicolas Sarkozy e favoriscono, per un certo periodo, il canale Takieddine-Senoussi. Ai 2,5 milioni di euro recuperati in contanti da Claude Gueant, si aggiungeranno altri due.
“Il sostegno a Sarkozy è stato effettivamente aumentato dell’importo richiesto, ma non sono a conoscenza del come sono avvenuti i pagamenti”, aggiunge ancora l’arrabbiato figlio reso orfano dalle decisioni militari francesi nel 2011. Dettagli su dettagli spesso per noi incomprensibili e probabilmente difficili di verificare per gli stessi inquirenti francesi. O arrivare a Bechir Saleh, l’ex direttore del governo di Gheddafi esiliato dalla Libia in Francia, poi in Niger e in Sud Africa.
‘La testimonianza di Saif Al-Islam Gheddafi deve essere letta con cautela, poiché la sua situazione personale e politica rimane misteriosa e strettamente legata al gioco politico interno libico’, considera Le Monde. Con gli amici di Saif Al-Islam che ‘si agitano’, soprattutto all’estero, per dare credibilità alla ipotesi del suo ritorno alla politica. Ipotetico candidato alle prossime elezioni presidenziali di volontà francese, uno strano candidato che tuttavia nessuno pare sapere dove sia.
Secondo diverse fonti libiche, Saif Al-Islam Gheddafi non ha lasciato Zintan per “motivi di sicurezza”. Inoltre, il suo stato di salute mentale sarebbe molto fragile, ha detto un vecchio ex politico libico. E gli avvocati britannici di Gheddafi non parlano. Questione libica e questione francese. Le accuse di Saif Al-Islam Gheddafi vanno a sommarsi ad elementi giudiziari definiti ‘tentacolari’, e di testimonianze per scoprire i flussi finanziari tra i principali attori francesi e libici
Sebbene quelle rimesse di denaro siano molto difficili da rintracciare, gli investigatori -finale di Le Monde- hanno raccolto molte prove su un grosso giro di denaro, grandi disponibilità a disposizione della squadra elettorale dell’ex presidente. ‘Indizi seri e concordanti per giudici’, precisa Le Monde, visto che a marzo hanno incriminato Sarkozy per «corruzione passiva, finanziamento illecito di campagna elettorale, occultamento e appropriazione di fondi pubblici libici».