
Dopo anni di decrescita, la fame nel mondo ha ricominciato ad aumentare. Le cifre stanno tutte nel Rapporto sullo stato di sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo, presentato alle Nazioni Unite dalle agenzie Fao, Ifad, Pam Unicef e Oms. L’analisi non lascia spazio a dubbi: nel 2017 le persone colpite dalla denutrizione sono salite ad 821 milioni. Si calcola che sia lo stesso livello negativo che era stato superato nel ben 10 anni fa.
Le zone del mondo più colpite sono le regioni sub sahariane dell’Africa in particolare, e parte dell’America Latina. Risultano invece stabili le percentuali in Asia. Preoccupante il dato sui minori, 151 milioni di bambini sotto i cinque anni registrano una crescita irregolare, 50 milioni sono denutriti
Le cause sono state individuate dall’Onu e sembrano corrispondere alla trama di un film catastrofista. Innanzitutto i conflitti in corso sul pianeta ma soprattutto i cambiamenti climatici. L’innalzamento velocissimo delle temperature sta minando molte colture, senza interventi a breve termine la produzione di cibo calerà in maniera esponenziale.
Secondo il rapporto, per sradicare la fame occorrerà intraprendere urgentemente più azioni entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile della fame zero. In questo senso va letta la notizia che il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha convocato tra un anno esatto un vertice sul clima ai massimi livelli. Il segretario Onu ha anche delineato i focus della discussione: le aree al centro del problema, come i settori che generano più emissioni.
Forse sarà già tardi e gli ostacoli da superare sono molti a causa dell’atteggiamento di alcuni paesi come gli Stati Uniti. Ritiratisi dagli accordi di Parigi, pochi giorni fa il presidente Donald Trump ha annunciato che allenterà i vincoli sulle emissioni di metano.
Il Rapporto sottolinea come sono le leggi di un mercato senza freni a determinare la diseguaglianza di nutrizione. Ciò si ricava dalle cifre che paradossalmente riguardano il grado di obesità. Quest’ultima si concentra nei paesi occidentali ma è in aumento anche in Africa e in Asia. Gli adulti obesi infatti sono 672 milioni, oltre uno su otto; i bambini sotto i 5 anni obesi, invece, sono 38 milioni. La ragione sta nella produzione industriale di cibo di bassa qualità. Economico e pieno di grassi, con molte calorie e basso valore proteico.