Terra, il riscaldamento globale vicino al punto di non ritorno

Terra sempre pià calda

E’ stata un’estate di fuoco nel senso letterale del termine. Ha bruciato la Grecia, è arsa la California, persino i paesi del nord Europa hanno dovuto fare i conti con incendi di vaste proporzioni. Fenomeni, che sembravano impossibili in alcune latitudini, sono diventati invece pericoli con i quali fare i conti.

Sintomi che ormai qualcosa sul pianeta Terra non funziona più come dovrebbe. Il riscaldamento globale, il global warming, sembra a tutti gli effetti una realtà non più confinabile negli studi di climatologi catastrofisti.

Sul limite della soglia

Che la temperatura del pianeta si stia alzando, ma forse imboccando una via di non ritorno, è oggetto di discussione da anni. Intere sessioni di riunioni mondiali (Cop 21) sono state dedicate al tema senza che si sia mai giunti ad una decisione decisiva, drastica, perché questo che viviamo potrebbe essere il momento dal quale non si può più tornare indietro.

L’avvertimento dei climatologi

Ad avvertire l’umanità sul rischio che si sta correndo, è lo Stoccolma Resilience centre. Secondo questo gruppo di scienziati climatologi di fama mondiale, raggiungere l’obiettivo di contenere il riscaldamento della Terra entro i 2 gradi centigradi (più ambiziosamente 1,5 gradi) potrebbe diventare un’impresa impossibile. Si potrebbe scatenare infatti un effetto domino dalle conseguenze imprevedibili.

Lo studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences(Pnas), mette in evidenza come mai nella storia del pianeta le attività umane stanno immettendo nell’atmosfera enormi quantità di gas serra come anidride carbonica e metano. Se continua in questa maniera si potrebbero raggiungere i 4-5 gradi in più (ora la temperatura si è assestata su un aumento di 1 grado).

Innalzamento degli oceani

Nell’immediato, di fronte a questo scenario, gli incendi sembreranno poca cosa. Inizierebbero gli oceano che potrebbero salire fino a 60 metri ma già a 10 i danni sarebbero incalcolabili. Potrebbero sparire intere città da New York a Roma. Per contro la siccità diventerà endemica determinando la fine dell’agricoltura, migrazioni bibliche oltre che squilibri sociali mai visti. Qualcosa su piccola scala sta già succedendo nell’area sub sahariana e in parte in quella mediterranea.

Il pericolo maggiore arriva dallo scioglimento dei ghiacci, liquefatti quelli montani ed estivi ai poli, il mare prenderà il sopravvento. Sfortunatamente il suo colore scuro assorbe il calore aumentando ulteriormente la temperatura dell’acqua. A quel punto molte specie ittiche e la barriera corallina subirebbero gravissimi danni. Una reazione a catena che riguarderebbe anche le foreste amazzoniche, queste trattengono moltissima CO2 ma potrebbero diventare delle savane. aride. Nel momento in cui si sciogliessero le calotte polari artiche l’estinzione dell’umanità sarebbe una realtà difficilmente arrestabile.

Bisogna fare presto

I ricercatori svedesi non hanno voluto fare terrorismo psicologico, ammettono di non sapere se il punto di non ritorno sia stato superato. Sanno però che i 2 gradi non sono un obiettivo negoziabile.”Evitare di superare questa soglia – scrivono gli autori del rapporto – è un obiettivo che può essere raggiunto e mantenuto solo da uno sforzo coordinato e deciso da parte delle società umane per gestire la nostra relazione con il resto del Sistema Terra, riconoscendo che l’umanità è un elemento integrato e che interagisce con questo sistema”.

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