In redazione con i bimbi: dalla paura alla festa

In redazione con i bimbi
Devo confessare, come premessa una paura. I bambini, soprattutto quelli più piccoli, mi mettono inquietudine, non so mai come rapportarmi con loro. Li temo un po’, questa la confessione.

Per questo oggi racconto una storia che implica il superamento di una paura. Qualche giorno fa un gruppo di bambini tra i tre e i cinque anni ha fatto il suo ingresso nel luogo dove lavoro, per partecipare a una redazione aperta di Magnifica Terra.
Aiuto! Che altro fare se non invocare un aiuto soprannaturale… Ma a chi è venuta una idea così pazzesca come quella di far partecipare alla redazione di un giornale una banda di scalmanati da scuola materna?

Lo so a chi è venuta, ahimé. Dopo aver pensato che non poteva saltare fuori niente di buono, è avvenuto il miracolo. I ragazzini, intorno al tavolo, hanno ascoltato le nostre storie: come si fa un giornale, come si trova una notizie, che cosa è un’idea, che cosa un racconto. L’hanno fatto con interesse, con tanti testimoni che si sono prestati: il fotografo francese, il musicista del paese, il vecchio funaio, Egisto, novant’anni suonati che all’inizio era scettico: i miei nipoti si gingillano sempre col cellulare, non ascoltano, ha detto.

Poi invece, dopo aver visto che a 4 anni – per fortuna – il cellulare non ce l’avevano, ha cominciato a raccontare a che cosa servisse il pozzo, come funzionava San Quirico quando era piccolino, che cosa è successo con la guerra.
Ecco, la guerra. Incredibile come i bimbi abbiano ascoltato e l’abbiano rielaborata nei disegni. Chi rappresentando il nonno, chi la bomba di scarabocchi, chi il sole della rinascita. Una bimba ha detto: è la vita… Cioè: prima c’è la vita, poi la bomba, quindi torna la normalità.

Insomma: una festa. Sono anche usciti dietro a Pank, che sembrava il pifferaio magico, alla ricerca dei disegni dei topini fatti dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti.
Alla fine hanno mangiato tutti insieme, panini e tagliata di frutta (da me preparata) e tutti felici e contenti. Io più di loro. E senza paura.

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